Le Icone dell'Architettura: Emilio Ambasz, il padre dell’architettura green

Le Icone dell'Architettura: Emilio Ambasz, il padre dell’architettura green

Le Icone dell'Architettura - 14°Puntata: Emilio Ambasz

Progettista, designer industriale e soprattutto pioniere dell’architettura verde. Emilio Ambasz è stato un vero e proprio precursore dei tempi moderni. Già negli anni ‘70 ha anticipato temi che sono poi diventati di grande attualità: a partire dalla forestazione urbana fino all'integrazione della natura con l'architettura. Non a caso, il premio per l'architettura verde assegnato dalla rivista “Architecture Quarterly” porta il suo nome.

Nato in Argentina nel 1943, ma con cittadinanza spagnola, Ambasz è stato e continua ad essere un cittadino del mondo: New York, Fukuoka, Siviglia e Roma sono solo alcune delle città che lo hanno visto protagonista e che hanno scandito le tappe del suo successo. Ha studiato alla Princeton University dove ha completato i 4 anni del corso di laurea in un anno e ha conseguito, l'anno successivo, un master in Architettura.

Più che costruire teorie gli piace scrivere favole. Ambasz ha infatti innovato anche il modo stesso di presentare i suoi progetti attraverso lo strumento della “favola” ricorrendo a un vocabolario architettonico nuovo e lontano dalla tradizione, fondato sull’amore e la meraviglia. Emozionali e sensuali, i suoi progetti si basano su idee e pensieri destinati a un diverso approccio all’esistenza.

L’IDEA DI ARCHITETTURA

Nel corso degli anni, Ambasz si è fatto portavoce di un’architettura non invasiva e rispettosa della natura, aprendo le porte all’utilizzo della ‘materia vegetale’ nel settore edile. Secondo l’architetto argentino, infatti, l’obiettivo dovrebbe essere quello di ridurre l’intrusione dell’uomo nella natura e di investire maggiormente nella produzione di energia solare, marina o eolica.

Da sempre impegnato nelle tematiche legate alla sostenibilità, Ambasz è stato definito vera e propria guida per l’intera umanità, convinto sostenitore dell’idea che qualsiasi progetto in architettura deve presentare modi di vivere migliori per l’uomo. Celebre il suo approccio all'architettura come ‘landscape’, cioè come paesaggio che plasma la terra in modo da ospitare in modo confortevolmente l'uomo.

Nel suo modus operandi c’è un dialogo continuo tra vita e natura, una strategia progettuale che segue il principio “del verde sopra il grigio”Ambasz definisce il verde uno stato d’animo: non a caso nei suoi progetti strutture ed edifici sono ricoperti e arricchiti con terrazzamenti e giardini d’inverno, in un continuo incontro fra architettura ed arte. Il suo stile distintivo è quindi una combinazione di edifici coperti di giardini, che descrive come "il verde sul grigio".

LE OPERE PIÙ FAMOSE

Il Centro Acros di Fukuoka è uno degli edifici verdi più innovativi mai progettati. Il termine ACROS è l'acronimo di Asian CrossRoad Over the Sea.  Situato nel quartiere Tenjin, ospita al suo interno una sala per concerti, sale congressi, un centro di informazione culturale rivolto ai turisti, uffici governativi e privati e una galleria d'arte tradizionale. La facciata rivolta a sud è scandita da una serie di giardini pensili ricoperti da vegetazione che fanno di quest'edificio uno dei primi esempi di architettura ecologica. Il progetto propone una soluzione nuova ad uno dei problemi urbani più ricorrente ovvero conciliare la necessità di costruire ed edificare con il bisogno del pubblico di avere ampi spazi verdi. Ciò è soddisfatto da un'unica struttura che crea un innovativo modello agro-urbano.

Fuori dalla città di Siviglia, al centro di un’area collinare coltivata a grano, si staglia un’architettura che sembra il rendering di una fantasia primigenia. È la Casa del ritiro spirituale concepita nel 1975 da Emilio Ambasz. Compresa tra da due alti muri rivestiti in stucco bianco grezzo a formare un angolo retto, l’opera realizza l’archetipo della sua filosofia radicale, il suo sforzo di “eliminare l’architettura come processo culturalmente condizionato e di tornare alla nozione primordiale di abitazione”.

Il Mycal Cultural and Athletic Center di Shin-Sanda è stato ristrutturato per essere un grande centro per attività commerciali, sportive e ricreative. Secondo l’idea di Ambasz, la struttura deve richiamare alla mente due mani che toccandosi all’altezza dei polsi si aprono ad accarezzare e proteggere la Terra. Il corpo principale è a forma di L e poggia su oltre 40mila metri quadrati di terreno ricchi di alberi e corsi d’acqua su una collina che discende fino a un ampio bacino idrico circondanti dal verde.

Nel Giardino Botanico di San Antonio, negli Stati Uniti, Ambasz ha progettato il “Lucille Hansell Conservatory”, uno straordinario e avanguardistico vivaio. Si tratta di una struttura con le pareti coperte di terra diviso in cinque serre specificatamente studiate per diversi tipi di piante disposte intorno a una corte centrale. Ogni gruppo di piante è collocato in un diverso ambiente in cui è ricreato il clima più congegnale alla loro crescita.

AMBASZ IN ITALIA

Ambasz ha lasciato la sua impronta anche in Italia. Nominato Commendatore ‘Stella al Merito della Repubblica italiana’ nel 2014 per “i suoi contributi alla cultura italiana”, ha partecipato a diverse Biennali di Architettura a Venezia e ha vinto ben 4 Compassi d’Oro per le sue invenzioni che hanno rivoluzionato interi settori produttivi, l’ultimo anche la sua straordinaria carriera.

Il progetto più famoso è sicuramente quello dell’Ospedale dell'Angelo di Mestre, inaugurato nel 2008 partendo dall'idea che anche la natura può essere un alleato nella guarigione. Il paziente è stato posto infatti al centro della progettazione e dei percorsi terapeutici, elevando gli standard di assistenza e di comfort.  Il progetto porta le firme dello Studio Altieri e di Emilio Ambasz. Il nuovo polo sanitario è costituito dal corpo ospedale, un’area per uffici e servizi, l’obitorio e la Banca degli occhi. La grande novità è rappresentata dall’ampio atrio, un vero e proprio giardino d'inverno, con alberi, fiori e piante aromatiche che accolgono pazienti e visitatori

Parte integrante dell’ospedale, la Banca degli Occhi è definito da due lunghi muri trapezoidali che sono posti ad angolo retto tra loro: le loro punte sporgenti non si toccano per pochi centimetri, evocando così La Creazione di Adamo, il dipinto di Michelangelo nella Cappella Sistina. Il tetto è un piano a gradini ricoperto da vegetazione, ed è utilizzato anche come auditorium all'aperto. L’architetto argentino ha applicato anche a questa struttura la sua filosofia del “verde sopra il grigio”: i metri cubi che l’ambiente perde con vetro e cemento vengono risarciti dall’area verde che circonda l’ospedale, dalla vegetazione che si arrampica sulle facciate fino al giardino interno nella hall.  

Ambasz ha anche ideato il restyling del Palazzo dell’Eni a Roma: rispettando il suo pensiero e la sua idea di verde su grigio, ha evocato paesaggi sognanti di una natura artificiale, un rituale architettonico che vede la restituzione della qualità ambientale come obiettivo: ovvero compensare la perdita di naturalità della metropoli, restituendo un plusvalore di paesaggio nel progetto. L’edificio diviene quasi un giardino verticale che esprime architettonicamente la sua convinzione che l’uomo sia il giardino della natura.

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