Aldo Rossi: Il padre del movimento postmoderno

Aldo Rossi: Il padre del movimento postmoderno

Le Icone dell'Architettura - 12°Puntata: Aldo Rossi

Architetto, designer, teorico e critico. In poche parole, uno dei protagonisti assoluti della cultura visiva del Novecento. Parliamo di Aldo Rossi, mente brillante che ha partorito i concetti alla base dell’architettura moderna: non a caso è considerato il padre del movimento postmoderno. 

Aldo Rossi è stato infatti uno degli architetti più significativi della storia europea, il primo italiano ad aver vinto nel 1990 il Pritzker Prize, il più prestigioso premio al mondo per l’architettura. Rossi è senza dubbio uno dei più grandi esponenti italiani dell’architettura degli anni Ottanta del Novecento. 

Nato a Milano il 3 maggio 1931, Aldo Rossi si laurea alla facoltà di Architettura del Politenico dove incontra Ernesto Nathan Rogers che lo avvia alla collaborazione con la rivista “Casabella”. Nel 1960 partecipa per la prima volta alla Triennale di Milano mentre al 1966 risale la prima e forse più importante pubblicazione di Rossi: “L’architettura della città”, divenuto in breve tempo uno dei libri più studiati e discussi a livello internazionale. Negli anni 70-80 vengono alla luce i suoi più importanti progetti: l’ultimo è la ricostruzione del Teatro “La Fenice” di Venezia. Appena terminato quest’ultimo, Rossi fu vittima di un incidente stradale nel 1997

L’IDEA DI ARCHITETTURA

Quella di Rossi è un’architettura profondamente autobiografica che punta a raccontare l’autore attraverso le forme e le strutture. Le sue creazioni diventano racconti di ricordi, di incontri e di emozioni: secondo Rossi, è sbagliato considerare monumenti e costruzioni come essere inanimati. Ogni cosa è dotata di un’anima che vuole trasmettere un messaggio a chi osserva. Nelle sue opere, infatti, svolge un ruolo fondamentale l’elemento soggettivo  

La nota caratteristica del suo genio creativo è la volontà di mescolare varie scale, architettonica e monumentale, urbanistica e domestica. Il contesto cittadino in cui l’opera viene realizzata deve avere un ruolo predominante. Le forme sono sempre lineari, senza fronzoli, e portano a realizzare progetti dallo stile semplice ma originale. 

Aldo Rossi è anche noto per aver supportato l’idea architettonica degli Archetipi: consiste nell’utilizzo di forme ricorrenti nella storia dell’architettura come bagaglio perfettamente rispondente all’evoluzione storico-artistica delle città. Le sue architetture dialogano con la storia in modo dinamico, sommando periodi storici, epoche culturali e tradizioni per raggiungere uno spazio nuovo da cui partire per la progettazione. 

LE OPERE PIÙ FAMOSE

L’attività di Aldo Rossi come architetto e progettista si divide tra edilizia privata e pubblica. L’installazione più famosa è sicuramente il Teatro del mondo: realizzato nel 1980, la struttura è stata pensata come provvisoria e fu posizionata nel cantiere navale di Fusina. Solo un anno dopo la sua creazione, il Teatro è stato smontato.  ’artista ha spiegato così una delle sue opere più celebri: «vorrei notare che il Teatro del Mondo mi ha colpito nella sua vita; cioè per la sua formazione e per il suo stare nella città e rispetto allo spettacolo. Stando il Teatro sull’acqua si poteva vedere dalle finestre e fuori il passaggio dei vaporetti e delle navi come se si fosse stati su un’altra nave, e queste altre navi entravano nell’immagine del teatro costituendone la vera scena fissa e mobile”.

Tra le prime opere costruite da Rossi c’è il progetto realizzato in collaborazione con Gianni Braghieri per il Cimitero di San Cataldo a Modena. L’architetto progettò il santuario del cimitero, un cubo pesante che poggia su pilastri quadrati con finestre quadrate grezze scavate in strati simmetrici. Spoglia l’architettura fino alla sua essenza. La struttura ricorda i modelli greci e rinascimentali, ma la totale mancanza di ornamenti lo rendeva attuale. Riflettendo in molti elementi lo stile delle fabbriche locali, l’edificio si adattava anche al suo contesto

 

 

La cappella Molteni costituisce uno dei primi risultati del lungo percorso di collaborazione intrapreso negli anni 80 da Rossi con la famiglia Molteni. Questo esempio di architettura religiosa e rituale viene completato nel 1987. La struttura è sviluppata su due livelli, distinti anche per funzione.l’intero volume poggia su un basamento in cemento avvolto da lastre in pietra serena. Il piano interrato accoglie i loculi, rivestiti in marmo azul de Bahia, Mentre il livello superiore ospita la cappella di commemorazione.questa parte è caratterizzata da una preziosa riproduzione lignea della Porta dei Borsari di Verona.

Ultimo, ma solo in ordine cronologico, è stato il progetto per la ricostruzione del Teatro “La Fenice” di Venezia, distrutto da un incendio nel 1996. Il progetto di ricostruzione del teatro, pur fortemente vincolato al motto “com’era, dov’era”, non è una copia uguale in tutto e per tutto all’antico Teatro. La sala principale del teatro è caratterizzata da una ricostruzione filologica basata con il mantenimento di tutti i cinque ordini di palchi. Per l’avancorpo del Teatro, comprensivo di ingresso, atrio, foyer e Sale Apollinee, è previsto un intervento conservativo delle parti residue ed una ricostruzione filologica di quelle rimanenti, con l'utilizzo di materiali e tecniche tradizionali.

Sempre a Venezia, impossibile non citare il progetto per il Palazzo del Cinema che non dimentica l’importanza del luogo, della sua storia, della sua atmosfera: Lido di Venezia, anche nella sua decadenza, vive del palazzo del Cinema, del Casinò, degli hotel passati alla storia, di tutti quegli elementi che lo hanno conformato e caratterizzato fino a oggi.

 

 

ALDO ROSSI NEL MONDO

Aldo Rossi non solo ha dominato e rivoluzionato il panorama italiano, ma si è fatto un nome anche all’estero. Tra le opere più famose ricordiamo sicuramente la Scuola di Architettura a Miami (Stati Uniti) il Bonnefanten Museum di Maastricht (Olanda), il Lighthouse Theater a Toronto (Canada) e il Complesso alberghiero di Fukuoka (Giappone).

Ma il progetto più famoso di Rossi fuori dal territorio nazionale è sicuramente il Quartiere Shützenstrasse a Berlino (Germania) terminato nel 1998. Il progetto occupa l’intero isolato di circa 70.000 mq e si trova a pochi metri dal famoso Checkpoint Charlie, in una zona duramente bombardata durante la Seconda Guerra Mondiale e successivamente attraversata dal Muro. L’isolato è composto da una serie di dodici edifici esteticamente molto diversi tra loro, che si  sviluppano attorno ad una serie di quattro corti interne pedonali, anch’esse dal carattere eterogeneo che prendono spunto dai tipici “Hof” berlinesi; vi è quindi la chiara volontà dell’architetto di riproporre in questo progetto una stratificazione temporale del quartiere stesso. 

Torna in alto