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Gae Aulenti: la signora dell'architettura italiana

Gae Aulenti: la signora dell'architettura italiana

Le Icone dell'Architettura - 8°Puntata: Gae Aulenti

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Designer e architetto con una particolarmente passione per l’allestimento scenografico di spazi pubblici, il restauro architettonico e l’industrial design. Questa è Gae Aulenti, considerata una delle più importante progettiste italiane del dopoguerra.

Gae Aulenti, all’anagrafe Gaetana Aulenti, si è imposta con la sua personalità in un ambiente, fino a quel momento, governato esclusivamente da uomini. Famosa è la citazione in cui lei stessa spiega che “L’architettura è un mestiere da uomini, ma ho sempre fatto finta di nulla”.

Ha realizzato opere visitate da milioni di persone, fra queste, solo per fare un nome, l’allestimento della Gare d’Orsay. Ha ottenuto la Legion d’Onore e la Medaglia d’Oro ai Benemeriti della Cultura Italiana ed stata corrispondente dell’Accademia di San Luca e presidente dell’Accademia di Belle Arti di Brera. 

LA FORMAZIONE E IL MOVIMENTO NEOLIBERTY

Fondamentale nel percorso di formazione di Gae Aulenti è la figura di Ernesto Nathan Rogers, direttore Casabella-continuità di cui sarà redattrice dal 1955 al ’65. Questo periodico era in prima linea nel promuovere il superamento di una visione monolitica e forzosamente internazionalista del Movimento Moderno: Rogers si rivolge alla storia e al contesto come i riferimenti indispensabili per il rinnovamento dell’architettura. È in questo contesto che si afferma il così detto movimento Neoliberty, di cui proprio Gae Aulenti sarà una delle più importanti esponenti.

Sotto la guida di Rogers, la designer friulana comprende che l’architetto deve essere in primo luogo un intellettuale e infatti alla realizzazione delle sue opere, Gae Aulenti affiancherà sempre un profondo lavoro di ricerca letteraria, storica, artistica e persino musicale, riuscendo nell’intento di modernizzare con garbo e creare un sistema organico di decorazione e impianto strutturale, in continuità con il passato che viene valorizzato.

Più avanti lei stessa dichiarerà che “l’architetto deve saper leggere il contesto perché molto spesso le radici sono nascoste e sotterranee. Il saperle riconoscere e farle apparire è il grande lavoro di rilettura storica di un luogo”. Ogni suo lavoro di pianificazione unisce infatti a una parte puramente sintetica, una fondamentale controparte analitica di comprensione organica del contesto.

LE OPERE PRINCIPALI

Tra i progetti più famosi di Gae Aulenti figura indubbiamente quello relativo alla ristrutturazione degli interni della Gare d’Orsay, l’ex stazione ferroviaria di Parigi, all’interno della quale è stato allestito il famoso museo. La struttura conserva la struttura originale della stazione ferroviaria a pochi passi dal lungosenna, la Gare D’Orsay, proteggendone al meglio l’identità ma attuando anche geniali accorgimenti, come la progettazione degli spazi interni e dei percorsi espositivi, la creazione di due torrette ai lati del salone principale. Particolare attenzione fu data allo studio dell’illuminazione di oltre 4000 opere scegliendo della pietra calcarea per sfruttare al meglio la luce naturale proiettata all’interno dalla volta in vetro.

Un’altra opera di respiro internazionale di Gae Aulenti fu l’istituto di cultura italiana di Tokyo: una struttura imponente di 12 piani che si affacciano sui giardini imperiali, con una vista d’eccezione sui celebri ciliegi sakura, imperdibili durante il periodo della fioritura. E di certo le facciate del palazzo, così come sono state concepite da Aulenti, non passano in secondo piano, con gli spigoli in marmo bianco e le pareti in rosso vivo, a omaggiare la lunga tradizione artigianale giapponese delle lacche. Ma la firma dell’architetto italiano si riconosce anche nelle ristrutturazioni del Museo di Arte Catalana a Barcellona (1985) negli interni del Museo Nazionale d'Arte Moderna del Centro Pompidou di Parigi (1982-85) e il progetto di ristrutturazione del Museu Nacional d'Art de Catalunya (1995)

 

 

 

LE OPERE IN ITALIA

Negli anni Novanta Gae Aulenti ha progettato la ristrutturazione urbanistica di piazzale Luigi Cadorna, tra le principali piazze di Milano, nonché importante snodo della mobilità urbana. La stazione di Cadorna, infatti, al suo interno ospita la metropolitana linee M1 e M2 e una stazione ferroviaria, e nella piazza antistante le fermate di bus e tram cittadini. Il nuovo disegno della piazza privilegia senz’altro il movimento pedonale grazie alle pensiline, che proteggono dalle intemperie e attenuano la luce del sole, preparando le persone all’ingresso nella stazione. A fare da contrasto alla serietà del progetto vi è, in posizione centrale, la colorata scultura eseguita da Claes Oldenburg e Coosje Van Bruggen.

Gae Aulenti è stata anche scelta per la ristrutturazione delle Scuderie Papali, in Piazza del Quirinale. Costruite tra il 1722 e il 1732, distribuite su una superficie di circa 3.000 metri e distribuite su più piani, le scuderie avevano dismesso il loro originale compito ormai da tempo: l’obiettivo era quindi quello di ristrutturare gli spazi e destinarli quindi a delle esposizioni artistiche temporanee. Per preservare al massimo la struttura originale Gae Aulenti ha optato per degli interventi del tutto reversibili, a partire dalle imponenti ma facilmente eliminabili pareti in cartongesso. Ad attirare lo sguardo dei visitatori è soprattutto la grande vetrata disegnata dall’architetto, che offre una vista stupenda dal più alto dei colli romani.

Acquistato dalla Fiat nel 1983, Palazzo Grassi di Venezia viene affidato a Gae Aulenti per una ristrutturazione dal sapore filologico. Basti pensare che tutte le murature sono state preservate e, laddove non è stato possibile, sono state ricostruite usando dei mattoni ottocenteschi. Il progetto di ristrutturazione poggia su due elementi: in primo luogo, trasformare il palazzo in luogo idoneo per ospitare grandi eventi espositivi, il secondo aspetto è quello architettonico. All’interno del palazzo, l’attenzione si focalizza sulla progettazione degli impianti tecnici di ogni genere, che sono l’elemento portante del programma di restauro. Il sistema di illuminazione è organizzato con apparecchi composti da una batteria di faretti a luce alogena, in modo tale da non riflettersi direttamente sulle opere d’arte, ma diffondersi su tutte le pareti.

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