Logo
Stampa questa pagina

L’architettura senza manifesto di David Chipperfield

L’architettura senza manifesto di David Chipperfield

Le Icone dell'Architettura - 7°Puntata: David Chipperfield

​

“L’architettura deve parlare da sola, non ha un manifesto. Ogni opera architettonica è il proprio manifesto”. Questa massima ben rappresenta lo stile e l’idea di Sir David Chipperfield, progettista britannico unanimemente riconosciuto come una delle figure più eminenti e affermate dell'architettura contemporanea. 

Chipperfield è autore di un'architettura minimalista e antiretorica affidata a volumetrie semplici e ampie superfici vetrate: è un attento interprete del linguaggio dei materiali come dimostrano anche i suoi interni e la sua attività nell'industrial design. La sua filosofia punta a progettare architetture che siano inserite nel contesto per il quale sono state ideate e nella memoria del luogo. Senza seguire mode o stili del momento, secondo il progettista la disciplina riflette i valori sociali da cui è generata.

David Chipperfield rappresenta quindi una figura singolare nel panorama dell’architettura contemporanea: ha svolto la sua professione di architetto in una dimensione non solo tecnica ma soprattutto intellettuale. L’architettura ha per Chipperfield un dovere morale nei confronti del contesto per cui è creata: non si può fruire autonomamente di essa rispetto al suo paesaggio, ma ne diventa elemento di comprensione e miglioramento. 

“IL PIÙ EUROPEO DEGLI ARCHITETTI BRITANNICI”

Dopo aver aperto il suo studio a Londra nel 1984, Chipperfield ha acquisito esperienza nella realizzazione di opere in ogni settore, dal residenziale al pubblico. In seguito ha aperto anche gli studi con sedi a Tokyo, Milano, Berlino e Shanghai. Nel 1985 ha fondato la “9H Gallery”, organizzazione che nacque con l'obiettivo di far conoscere sul suolo britannico architetti e artisti non inseriti nei movimenti di tendenza del periodo.

Chipperfield ha trovato soprattutto in Europa i primi sostegni a un’attività che è apparsa subito particolarmente congeniale ai temi e ai problemi della città europea, e in particolare alla sua necessità di confrontarsi con la delicata gestione del patrimonio storico: con la incessante ricerca di un equilibrio tra innovazione e conservazione, cioè, e con l’altrettanto costante inquietudine a misurarsi con il tema della memoria collettiva se non dell’identità nazionale

LE OPERE

Una delle opere più importanti realizzate da Chipperfield è sicuramente la ristrutturazione del Neues Museum: gravemente danneggiato durante la seconda guerra mondiale, è stato riaperto alla fine del 2009 dopo una straordinaria opera di restauro e ricostruzione. L’architetto inglese non ha cercato di proporre una mera imitazione dell’elemento passato, ma ha tentato piuttosto di rievocarlo, lasciando ben visibili le tracce della distruzione subita dall’edificio per effetto della guerra e del tempo.

Molto rinomato è anche il Porto di Valencia realizzato per l’America’s Cup: quest’edificio è situato sul canale e costituisce un collegamento visivo tra il mar Mediterraneo e la città di València. Progettato in stile semplice e minimalista, possiede 25 m di altezza e 10.500 m2 di superficie ed è composto da piattaforme orizzontali che fanno ombra sulle terrazze, dalle quali i visitatori possono godere di una nuova prospettiva, sia della marina e della spiaggia, sia della città.

Altra opera di assoluto rilievo è la biblioteca pubblica a Des Moines: parte integrante del nuovo “Western Gateway Park”. Si tratta di un’area attualmente oggetto di una serie di interventi di valorizzazione ed il progetto di Chipperfield rappresenta oggi, insieme al parco, l’intervento chiave del rinnovo urbano di Des Moines. La struttura funge da ponte di collegamento tra il Gateway Park e la città, e presenta una configurazione architettonica che consente ai visitatori una vista continua sul parco, sia dall’esterno che dall’interno.

Il Museo di Storia Naturale di Zhejiang è, invece, il fulcro di una nuova area culturale nei pressi di Dipuzhen, nella Cina orientale. Situato su un sito in pendenza, il museo è una composizione sfalsata di otto padiglioni ad un unico piano che seguono l'andamento naturale della collina. Per rafforzare il rapporto tra il architettura e paesaggio, l'intero complesso è stato realizzato in color rosso ocra per richiamare la terra argillosa che circonda il sito. I volumi monolitici dei padiglioni sono incorporati nel fitto paesaggio del giardino centrale e del parco adiacente. La natura circostante si estende sui tetti verdi che fungono da continuazione naturale del paesaggio che accoglie il museo.

LE OPERE IN ITALIA

Tra i “lavori italiani” di Chipperfield, premiato a Napoli durante la quarta edizione degli “Annali dell’Architettura e delle città” con il premio "Cubo d’Oro 2008”, si possono citare La Corte dei Quattro Evangelisti a Venezia; la Riqualificazione urbanistica del complesso ospedaliero universitario di Santa Chiara a Pisa, e la Cittadella Giudiziaria a Salerno.

Ma l’opera più famosa in Italia è sicuramente il Mude, il Museo delle Culture di Milano. Nato da un’operazione di recupero di archeologia industriale nell’area dell’ex fabbrica Ansaldo, in zona Tortona, il MUDEC, reinterpreta gli spazi in cui si inserisce con corpi dalle forme squadrate rivestiti di zinco e con una struttura in cristallo - illuminata 24 ore su 24 – che “irrompe” geometricamente nell’edificio che lo accoglie. Il nuovo spazio si distingue per la sua hall centrale di forma libera e organica, che genera una corte interna, una piazza coperta, luogo d’incontro fra le culture e le comunità. 

 

 

Articoli correlati (da tag)

ICONACASA SPA Franchising Immobiliare © 2021 All Rights Reserved. P.IVA 03332911209 | Editore Publi s.r.l. - IconacasaMagazine © 2021 All Rights Reserved. P. IVA 07809320729 | Registro del Tribunale di Bari n.6/2021 Direttore Responsabile Domenico Grimaldi