Santiago Calatrava: la fusione tra Ingegneria e scultura

Santiago Calatrava: la fusione tra Ingegneria e scultura

Le Icone dell'Architettura - 6°Puntata: Santiago Calatrava

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“La nostra vita è immersa nell’architettura, le nostre emozioni vivono dentro di essa. L’architetto deve mettere tutto sé stesso nell’opera che sta costruendo”. Questa citazione spiega bene la visione e l’idea dell’architettura di Santiago Calatrava: archistar, costruttore ma anche ingegnere e artista di fama mondiale che ha fortemente caratterizzato il palcoscenico mondiale del 900.

Calatrava, di origini spagnole ma naturalizzato svizzero, si forma innanzitutto come architetto al politecnico di Valencia, e poi come ingegnere civile a Zurigo. In parallelo alla sua attività da progettista, però, continua a nutrire la sua passione per le arti visive, praticando regolarmente la pittura e la scultura. 

Tutto ciò influisce inevitabilmente sulla sua produzione da architetto. Pur riconoscendo la linearità delle scienze esatte e dell'ingegneria, Calatrava segue in modo continuativo la propria vocazione verso le arti plastiche e figurative: cultura e pittura, ma anche la ceramica. Nelle sue opere, quindi, la precisione scientifica del tecnico si accompagna alla creatività sintetica dell’artista. 

Le opere di Calatrava sono contraddistinte da una forte carica identitaria, esprimono una ricerca estetica e architettonica che rispecchia molto quella della natura. Calatrava, per esempio, fa uso abbondante di forme sinuose e di doppie eliche, che rispettivamente ricordano le onde elettromagnetiche e il dna.

 

 

TRA INGEGNERIA E SCULTURA

Ingegneria e scultura: è tra questi due poli che quindi può essere inquadrata l’architettura di Santiago Calatrava. Per il progettista spagnolo, infatti, ogni edificio è al tempo stesso prodigio strutturale e forma seducente

I progetti di Santiago Calatrava possono essere descritti innanzitutto come oggetti dotati di una propria forma conclusa. L’architetto-scultore modella travi e pilastri, coperture e velari, a partire da un immaginario, fortemente ispirato alla natura. Il suo stile è quindi unico e ben riconoscibile grazie alle linee curve, leggere e dinamiche.

La sua formazione e le sue idee si sono rivelate particolarmente adatte per progettare infrastrutture legate alla mobilità: ponti come il Ponte Bach de Roda di Barcellona (1984-1987), il Ponte Alamillo di Siviglia (1987-1992) e stazioni ferroviarie, tra cui la Stadelhofen di Zurigo (1983-1990) e la Stazione Oriente di Lisbona (1993-1998)

Ponti, ma non solo. Nonostante la sua formazione ingegneristica, tra le sue opere principali non ci sono solo infrastrutture per la mobilità. Nel 2001 a Milwaukee, sul lungolago Michigan, l'architetto ha progettato il padiglione Quadracci per ampliare il Milwaukee Art Museum, uno dei più grandi musei d'arte degli Stati Uniti e sede di importanti eventi artistici internazionali. Nel 2004 Calatrava ha progettato la biblioteca dell'università di Zurigo: è una straordinaria cupola di vetro sul tetto dell'ateneo, un lucernario di forma ovale e allungata che copre un vecchio cortile interno su cui sono disposti una serie di piani che forniscono alle sale di lettura una luce naturale proveniente dal soffitto. In Spagna nel 1997 ha progettato l'avveniristico Auditorium "Adán Martín": il profilo maestoso del complesso è diventato il simbolo di Santa Cruz de Tenerife.

CITTÀ DELLA SCIENZA DI VALENCIA

Una delle opere più famose e grandiose è sicuramente la Città delle Arti e delle Scienze di Valencia: un complesso formato da una serie di edifici Iconici e memorabili che contribuiscono a trasformare il loro autore in un’archistar di fama mondiale, e re-inseriscono Valencia nei circuiti del turismo globale. 

L'archistar ha fatto costruire un'avveniristica struttura museale sul vecchio letto del fiume Turia, trasformato in un immenso giardino lungo 9 chilometri. In quest'area sorgono l'Hemisféric, un cinema planetario la cui forma ricorda un gigantesco occhio umano; il museo delle scienze Principe Felipe, didattico e interattivo, riconoscibile dalla sua forma a scheletro di balena; l'Oceanográfic, una città sottomarina con acquari, laghi, lagune e isolotti che illustrano la vita marina e l'Àgora, una piazza coperta per convegni e avvenimenti sportivi. Cuore del complesso è la spettacolare Opera House-Palau de les Arts, tra i maggiori teatri musicali d'Europa con quattro sale per opere e concerti.

 

 

TRA REGGIO EMILIA E VENEZIA: CALATRAVA IN ITALIA

Una delle opere più recenti di Calatrava in Italia è sta Stazione dell’Alta Velocità Mediopadana di Reggio Emilia, la seconda per numero di passeggeri dell’intera regione. L’edificio è caratterizzato da un design futuristico che prevede la ripetizione, venticinque volte, di un modulo di lunghezza pari a 25,40 m composto dalla successione di tredici differenti portali in acciaio, distanziati tra loro di circa un metro. Tale sequenza, lunga complessivamente 483 m, genererebbe un effetto di movimento pari a quello di un'onda dinamica. L'originario primo progetto "a vela" è stato sostituito da quello a "onda" anche per meglio distinguere l'opera dai ponti; tuttavia l'intero progetto è ancora conosciuto con il nome non ufficiale di "Le vele di Calatrava".

Meno recente, ma ugualmente importante, è il progetto del quarto ponte sul Canal Grande di Venezia. Il progetto è situato in un punto strategico che collega la stazione ferroviaria con Piazzale Roma, il punto di arrivo in automezzo o autobus in città. Il ponte è lungo 94 metri, con un'ampiezza centrale di 81 metri e si eleva da una altezza di 3.20 metri sulle sponde fino a 9.28 metri nella parte centrale. L’unicità dell’opera sta soprattutto nelle sue forme e sul sistema strutturale utilizzato. 74 conci di acciaio, a sezione ad H, compongono 5 archi portanti, uno grande centrale, due laterali e altri due inferiori. Il ponte costituisce un arco ribassato che esercita sulle fondazioni degli sforzi con componente sia verticale che orizzontale.

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