Oscar Niemeyer: l’architetto che progettava opere d’arte

Oscar Niemeyer: l’architetto che progettava opere d’arte

Le Icone dell'Architettura - 3°Puntata: Oscar Niemeyer

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“Bisogna sempre far sì che un palazzo non assomigli a un altro. È lo stesso concetto dell'opera d’arte: l'architettura è invenzione, il resto è ripetizione e non interessa”. Si può riassumere così, con questa citazione del 2009, tutto lo stile e l’idea di architettura di Oscar Niemeyer, uno dei più prolifici  e importanti progettisti del secolo passato.

Niemeyer, brasiliano di Rio de Janeiro, è stato uno dei pionieri dell’esplorazione dell’uso del cemento armato. Durante la sua lunga vita (è morto a quasi 105 anni) ha progettato e creato edifici dalle forme così dinamiche e sinuose che è stato definito un vero e proprio “scultore” di monumenti.

È stato un grande innovatore. Ha rigettato gli angoli retti e le linee dritte sviluppando uno stile scultoreo fluido realizzando strutture sensazionali che rispecchiano le sinuose curve che troviamo in natura: dai monti dei Pirenei, alle spiagge della baia di Rio de Janeiro, tutto per lui offriva spunto per realizzare un’opera architettonica diversa dall’altra, non ripetitiva.

“Non è l’angolo retto ciò che mi affascina, non la linea retta. Dura, inflessibile, creata dall’uomo - scriveva il maestro - Ciò che mi affascina è la curva libera e sensuale. Di curva è fatto tutto l’Universo.” Le sue opere, infatti, sono di una plasticità unica, in perfetta mimesi e sintonia con il contesto circostante.

 

 

“L’ARCHITETTO CHE INVENTÒ BRASILIA

Uno dei progetti più famosi, ma anche più controversi, è quello della città di Brasilia. Niemeyer, infatti, è stato insieme a Lucio Costa cofondatore della “nuova” capitale brasiliana commissionata dal presidente Juscelino Kubitschek. Brasilia fu costruita in 41 mesi, dal 1956 al 21 aprile 1960, quando fu ufficialmente inaugurata.

Vista dall’alto, la forma della città somiglia a un aeroplano costituito da un’asse monumentale (la fusoliera) che taglia in due le “ali”. Il piano urbanistico, basato sulle teorie di Le Corbusier e realizzato da Lúcio Costa, era meticoloso, studiato a tavolino e stabiliva a priori quali zone dovevano essere residenziali, commerciali oppure industriali. 

Sull’asse centrale dell'aeroplano troviamo gli edifici più importanti dal punto di vista politico-economico mentre sulle ali ci sono i quartieri residenziali. L’intervento di Niemeyer, spicca soprattutto lungo l’asse monumentale, con una serie di edifici pubblici, come il palazzo del Congresso Nazionale e la  futuristica Cattedrale.

A cinquant’anni dalla fondazione, la riuscita del progetto è oggetto di grande dibattito. Una delle principali critiche a Brasilia è la poca considerazione dei pedoni (la città fu progettata durante l'avvento dell'età dei motori) e la grande dispersione urbana.

Nonostante ciò, il lavoro di Costa e Niemeyer ha costituito un punto di riferimento che sul finire degli anni Cinquanta, ha indotto tanti architetti a rivolgere la loro attenzione all’architettura latinoamericana. 

UN FIORE DI CEMENTO SULLO SCOGLIO

Il Museo d’Arte Contemporanea di Niterói è uno dei progetti più importanti di Oscar Niemeyer. La struttura è situata sul Mirante da Boa Viagem, un promontorio panoramico affacciato sull’oceano, sulla baia di Guanabara e sulla città di Rio de Janeiro.

Il museo si erige su un grande scoglio dove un solido a forma di calice dilatato si confronta con le montagne e con la struttura irregolare della scogliera. Si tratta di un grande disco di cemento del diametro di 50 metri che sorge da un sottile specchio d’acqua. 

L’edificio di 2.500 metri quadri disegnato da Niemeyer è caratterizzato da una peculiare forma a “cono rovesciato” che ricorda vagamente quella di un disco volante. Il museo è realizzato in calcestruzzo armato dipinto di bianco, si estende su quattro livelli.

 

 

 

LE OPERE IN ITALIA

Oscar Niemeyer ha lasciato la sua impronta anche in Italia. Quando, nel 1964 il governo brasiliano venne rovesciato da un colpo di stato, fu costretto a fuggire a causa delle sue posizioni politiche. Fu così che l’architetto si spostò a Parigi, dove iniziò una nuova fase della sua carriera che lo portò a firmare anche diversi progetti in Italia: tra questi il Palazzo Mondadori a Segrate (1968), il Palazzo FATA in provincia di Torino (1977-1979) e, più recentemente, l’auditorium di Ravello (2009).

Ravello, “città della musica”, l’idea di creare un auditorium nacque nel 2000, all’interno del “Progetto Ravello”, che prevedeva anche la creazione di una Fondazione, il rilancio del Festival e l’inaugurazione di una Scuola di formazione.L’architetto, per il suo concept progettuale, si fece ispirare dal luogo in cui doveva sorgere la struttura: uno dei punti più panoramici di Ravello ma caratterizzato da un terreno irregolare, stretto e inclinato trasversalmente. L'edificio è costituito da tre blocchi: l’auditorium, il parcheggio con la piazza superiore e l'edificio d’appoggio. La piazza, stretta e lunga, rappresenta lo spazio di connessione tra gli altri due blocchi e, oltre ad essere una terrazza belvedere è anche luogo di scambio e di confronto.

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