L'architettura come creazione: Massimiliano Fuksas

L'architettura come creazione: Massimiliano Fuksas

Le Icone dell'Architettura - 2°Puntata: Massimiliano Fuksas

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“La mia architettura si può definire interstiziale… Non sono mai appartenuto a grandi movimenti, a grandi schieramenti di pensiero. Ho sempre vissuto in una forma di spazio ritagliato per me”. Queste parole, tratte da una sua dichiarazione del 2011, sono forse le più calzanti per definire lo stile di uno dei principali protagonisti della scena architettonica contemporanea: Massimiliano Fuksas. Non esiste, infatti, un unico stile in cui Fuksas può essere classificato o “ingabbiato”. Né può essere inserito all’interno dei grandi schieramenti di pensiero dell’architettura contemporanea. Lui stesso ha dichiarato di essere un artista e, soprattutto, un “architetto libero”.

La produzione di Fuksas è caratterizzata da una forte carica visionaria. Rappresenta la sua architettura come giganteschi apparati scenici, con un’intensa carica di spettacolarità: un’architettura dinamica, scenografica e mutevole secondo i punti di vista, uno stile fluido che rifugge da una forma geometrica predefinita. Non è un caso, infatti, che nelle fasi iniziali Fuksas progetti i suoi lavori, come dei veri e propri quadri: questa pratica deriva senza dubbio dalla  giovane esperienza di pittura avuta lavorando nell’atelier di De Chirico, prima di iscriversi alla facoltà di architettura.

Fuksas concepisce l’architettura come creazione: spunti geniali, l’idea giusta per un dettaglio architettonico, una suggestione per il progetto di un’architettura, tutto può arrivare osservando qualsiasi cosa Fuksas realizza per lo più opere pubbliche, spesso “a scala geografica”: i suoi progetti possono essere discreti oppure enfatici, ma in ognuno esiste sempre un segno forte, ben distinguibile: un segno che si ispira alla natura e spesso da il nome all’edificio stesso. 

LE DUE TORRI DI VIENNA

Due torri ruotate e inclinate fra di loro con una rotazione di 59°, completamente trasparenti i cui  spazi vuoti sono colmati e collegati da passerelle: sono le Twin Towers a Vienna. Ideate da Fuksas e costruite tra il 1995 e il 2001, fanno parte del progetto che si lega alla nuova concezione della città riqualificandola con interventi di grosso impatto e con un’architettura significativa che elimina l’anonimato di quartieri. Concepite come una scultura, sono poste su una piattaforma sopraelevata.

La torre più alta, composta da 37 piani, raggiunge un'altezza di 138 metro, quella più piccola, che invece è di 34 piani, è alta 127 metri. La struttura copre un'area totale di 160.000 metri quadrati. Massimiliano Fuksas è partito da una contaminazione fra arte e architettura, creando quasi un intervento di Land Art. Le torri sono du colossi leggeri inseriti in due enormi pareti di vetro trasparente delle quali non si distinguono i contorni. Le torri non sono né parallele né perpendicolari, ma una di sbieco rispetto all’altra e collegate da una serie di ponti irregolarmente posizionati a diverse altezze.

IL MARE A SALISBURGO

“In un mare rosso come un tramonto tre isole in omaggio alle tre montagne di Salisburgo creano un vuoto dove i flussi e le traiettorie dei visitatori e dei cittadini scrivono le note di una musica che cambia di giorno in giorno, di attimo in attimo.”

È con questo concetto che Fuksas tra il 1994 e il 2005 progetta l'Europark di Salisburgo, uscendo dalla tipologia tradizionale e realizzando una enorme copertura ondulata su una vasta superficie, così da creare la suggestione di un paesaggio artificiale enfatizzato con il colore. La grande griglia ondulata di metallo che poggia su degli esilissimi pali di sostegno, riveste sia il parcheggio che la costruzione annessa, quasi voglia galleggiare nell’aria, in un gioco di smaterializzazione e di discontinuità tra i vari elementi. Ne nasce un contrasto netto tra la superficie scultorea e irregolare della copertura e la parte esterna, completamente lineare ed orizzontale, rivestita da una doppia pelle di vetro blu, liscio e trasparente, che crea incredibili giochi di luce. Come sempre nelle sue opere, gli spazi interstiziali eliminano la monotonia della continuità.

LA NUVOLA ROMANA

Una nuvola traslucida, sospesa dentro un parallelepipedo trasparente. Questa è la visione di chi entra nel Roma Convention Center, altrimenti conosciuto come “Nuvola di Fuksas”: un unicum nel contesto architettonico razionalista del quartiere Euro nel quale è inserito.

Il complesso si può schematicamente dividere in tre parti: la teca, l’edificio poligonale che contiene l’auditorium a forma di nuvola. È costituita da una doppia parete-facciata con funzioni isolanti e protettive. La portentosa struttura di acciaio e cemento, rivestita di vetro stratificato e travertino consente di vedere il suo interno a qualsiasi ora del giorno e della notte, con sorprendenti effetti di ribaltamento. 

Poi c’è appunto la nuvola, il cuore del progetto. Dall’esterno appare come una gigantesca nube bianca di telo in fibra di vetro che avvolge l’auditorium da quasi 1900 posti. Internamente è sospesa a mezz’aria su una sorta di enorme piazza coperta. Internamente, invece, una quantità infinita di pannelli curvi in legno di ciliegio americano assicura condizioni acustiche ottimali. Per accedervi si cammina attraverso passerelle sospese e lungo lo scafo, che è la struttura portante. La lama, infine, è un albergo di lusso di 17 piani con ben 449 stanze, tra camere standard e suite.

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