Immobiliare, le previsioni di S&P: i prezzi in Italia scenderanno anche nel 2020

Secondo l'agenzia di rating nei prossimi due anni i prezzi delle abitazioni continueranno a scendere: -0.9% nel 2019 e -0,4% nel 2020

I prezzi delle case italiane ed europee continueranno a viaggiare a due velocità. È questa la previsione emersa dal tradizionale report biennale di Standard & Poors che evidenzia come tra il 2019 e il 2020 mentre nel resto del Vecchio Continente i prezzi degli immobili continueranno a crescere, nel nostro Paese assisteremo a un'ulteriore flessione, che si aggiunge a quella degli ultimi anni.

In Europa Secondo l'agenzia di rating, infatti, le misure di sostegno monetario messe in atto dalla Bce dovrebbero tenere i tassi bassi ancora a lungo: tradotto significa condizioni di finanziamento più accomodanti che dovrebbero sostenere la domanda di immobili. L'unica eccezione dovrebbe essere rappresentata dal Regno Unito su cui incombe l'incubo Brexit: Secondo S&P, con un accordo i prezzi degli immobili potrebbero riprendersi, in caso contrario, ci potrebbe essere una netta diminuzione.

In Italia La stagnazione economica spinge al ribasso l'occupazione e il reddito e di conseguenza prolunga la contrazione dei prezzi delle abitazioni: già nel primo trimestre del 2019 sono scesi del 0,8%, ma se le cose non dovessero cambiare il 2019 si chiuderebbe al -0.9% e l'anno successivo le previsioni non sono tanto migliori (-0,4% nel 2020) 

Le vere zavorra del real estate italiano sono le vecchie abitazioni e quelle situate nelle regioni meridionali. Al contrario i prezzi delle nuove abitazioni sono in aumento dalla fine del 2017. I prezzi hanno iniziato a riprendersi anche nelle regioni più dinamiche del nord industriale, come Lombardia, Veneto ed Emilia Romagna, e a Milano, in luglio, sono aumentati di quasi il 4% rispetto all'anno precedente

 

Leggi tutto...

Immobiliare alberghiero, nel primo semestre boom di investimenti: Italia capolista in Europa

Secondo lo studio di CRIF RES,  il nostro Paese può contare sul più grande portafoglio ricettivo d'Europa, il terzo del mondo.

Continua il momento d'oro del real estate alberghiero tricolore: un settore capace di attrarre 2 miliardi di investimenti nel primo semestre 2019 e che adesso rappresenta il 42% del totale di investimenti immobiliari in Italia. È quanto emerge dal nuovo studio prodotto da CRIF RES – la divisione del Gruppo CRIF specializzata nei servizi valutativi e tecnici per il real estate e leader nel mercato bancario – relativo all'analisi del settore immobiliare alberghiero in Italia.

Oltre la metà degli investimenti alberghieri proviene dall'estero e, di questi, un quarto è di origine extraeuropea. In testa alla classifica delle città che riescono ad attrarre meglio i flussi di denaro troviamo  Roma, seguita a distanza da Milano, Venezia e Firenze. 

L'Italia si conferma così il Paese col più grande portafoglio ricettivo in Europa, davanti a due colossi come Germania e Spagna, e si colloca in terza posizione assoluta a livello mondiale. L'Italia conta infatti oltre 33mila alberghi (malgrado una flessione del -2,4% fra il 2009 ed il 2018), di cui più della metà sono a 3 tre stelle. In totale il nostro Paese può vantare circa 1,1 milioni di camere, in aumento del +1,4% sempre su base decennale. 

Secondo lo studio, le strutture alberghiere italiane stanno attraendo investimenti rispondendo alle nuove esigenze del mercato, dotandosi di strutture e servizi adeguati e posizionandosi verso una fascia medio/medio-alta: mentre gli hotel a 3 stelle rimangono sostanzialmente stabili, infatti, si registra un incremento superiore al 20% per le strutture a 4 stelle e del 50% per quelli a 5 stelle. 

Analizzando il valore medio degli alberghi, l'indagine evidenzia che il dato medio più elevato si registra a Milano, con quasi 20 milioni di euro. Seguono Firenze, con 17 milioni di euro, e Roma, con 11 milioni. Nelle grandi città d'arte il valore medio per camera tocca il massimo della redditività a Venezia e a Firenze, rispettivamente con 227.000 e 224.000 euro, seguite da Roma, con 180.000 euro e Milano con 163.000 euro.

Leggi tutto...

Compri casa in Canada? Il Governo ti paga il 10% del mutuo

Dal 1 settembre è entrata in vigore una legge che aiuta famiglie e mercato immobiliare. 

Dare una spinta al real estate e allo stesso tempo dare un aiuto concreto ai giovani e alle famiglie. Con questo obiettivo il Governo canadese ha introdotto un'importante misura che si annuncia rivoluzionaria: il “First-time home buyer incentive”, abbreviato come Fthbi.

Il provvedimento è entrato in vigore il primo settembre e i canadesi potranno presentare le domande fino al 1° di novembre. Il governo canadese, che ha messo a disposizione circa 1,25 miliardi di dollari canadesi per il prossimo triennio, si accollerà il 5% dei rimborsi dei mutui per case già esistenti e il 10% per le case nuove.

Ovviamente a questa misura può accedere una fetta ben determinata di cittadini: "il reddito familiare - si legge su Il Sole 24 Ore - non deve essere superiore ai 120.000 dollari canadesi annui e l'indebitamento globale non può superare le quattro volte l'ammontare del reddito annuo".

Ma ci sono anche altre condizioni: "quanto accollato dallo Stato - è scritto sempre sul sito del quotidiano economico - deve essere restituito dopo 25 anni o in caso di vendita della proprietà. Se la casa viene venduta con una plusvalenza lo Stato si prenderà poi una fetta di questa plusvalenza, ma se al contrario il valore sarà sceso sarà lo Stato a farsene in parte carico". 

 

Leggi tutto...
Sottoscrivi questo feed RSS