Giovani e lavoratori dipendenti: ecco chi ha accesso alle detrazione sul canone di affitto

L'agevolazione vale per i contratti regolarmente registrati all’Agenzia delle Entrate. Ci sono quattro categorie che possono richiederlo

Anche per il 2020 è stata confermata l’agevolazione fiscale sull’affitto della prima casa. Si tratta della detrazione di una parte delle spese complessive versate per l’affitto dell’abitazione principale al momento della dichiarazione dei redditi

Il bonus si chiama Detrazione canoni di locazione 2020 e prende in considerazione l’anno precedente alla presentazione del 730 ed è valida, ovviamente, per i contratti di regolarmente registrati presso l’Agenzia delle Entrate. Ci sono quattro tipologie di detrazione tra le quali deve essere fatta una distinzione.

Canone convenzionale Ne possono beneficiare gli intestatari di un contratto di locazione per la casa adibita ad abitazione principale. Si parla di agevolazioni pari a 495,80 euro per i redditi inferiori ai 15.493,71 euro e di 247,90 euro per quelli che non superano i 30.987,41 euro.

Canone di locazione giovani Questo tipo di agevolazione è dedicata ai giovani tra i 20 e i 30 anni: riguarda la casa che nel corso del 2019 è stata adibita ad abitazione principale e il cui contratto di locazione è stato stipulato entro i tre anni precedenti. Si può ottenere una riduzione pari addirittura a 991,60 euro, ma solo se il reddito complessivo, compreso quello di cedolare secca, non supera i 15.493,71 euro. 

Canone alloggi sociali Una terza tipologia di bonus è riservata alle persone che hanno stipulato contratti di locazione di alloggi sociali adibiti ad abitazione principale tra il 2014 e il 2016. Si possono ottenere 900 euro di detrazione se il reddito complessivo non è superiore a 15.493,71 euro, oppure 450 euro se non si sorpassano i 30.987,41 euro. 

Lavoratori che trasferiscono la residenza Ne possono beneficiare i lavoratori dipendenti che hanno trasferito la propria residenza in un altro comune per motivi professionali. Si parla di 991,60 euro per redditi inferiori a 15.493,71 euro e di 495,80 euro quando non si oltrepassa la soglia dei 30.987,41 euro. 

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Le zone più care per comprare casa, Milano domina: Roma insegue

Sia per le vendite che per gli affitti i prezzi del capoluogo lombardo sono in testa alle classifiche. Seguono Roma, Firenze e Venezia

Milano sempre più cara e le altre metropoli non riescono a tenere il passo: è quanto emerge dai dati Marketplace Idealista sui quartieri più costosi delle principali città italiane.

La corsa al rialzo dei prezzi per la vendita del capoluogo lombardo sembra inarrestabile, specialmente nelle zone di pregio: la zona di Brera-Napoleone è infatti in cima alla classifica del prezzo medio per metro quadro con 11.148 euro e un aumento del 25,6%. Segue Roma con Piazza del Popolo/Navona/Quirinale con 7,985 euro ma con una crescita molto più contenuta (+3,2%). Sul gradino più basso del podio c'è Venezia con piazza San Marco (6,328 euro al mq +6,5%).

Scorrendo la classifica troviamo Napoli (6.328 euro al mq a Posillipo), Firenze (5.214 euro al mq a Santa Croce) e Bologna (4.288 euro al mq a Galvani). Tra le principali città italiane i prezzi più vantaggiosi nelle zone top si trovano a Palermo (quartiere Libertà con 1.867 euro al mq)Bari - San Girolamo (poco più di 2.000 euro al mq) e Quinto-Nervi a Genova (3.172 euro al mq).

Escludendo il "boom" dei quartieri di pregio di Milano, la crescita più sostenuta si registra a Firenze-Santa Croce (+14,8%) seguita da piazza San Marco a Venezia (+6,5%) e dal centro storico di Torino (+6,2%). In calo, invece, i prezzi a Palermo (-2,6%) e soprattutto a Genova (-4,7%).

Prendendo in considerazione gli affitti, la classifica non cambia più di tanto: in testa ci sono sempre i quartieri top di Milano (oltre 32 euro al mq) e quelli nel cuore di Roma (più di 25 euro al mq). Cambia il terzo posto dove troviamo Firenze con Oltrarno-S.Frediano-S.Spirito (circa 20 euro al mq) che infatti registra l'incremento più forte (+15%).  

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Spese condominiali, chi paga? Piccola guida per inquilini e proprietari

Il grande dilemma per molti inquilini: chi paga le eventuali spese in casa? Dipende soprattutto dalla tipologia di intervento.

Se si rompe la porta di ingresso, chi deve ripararla? E a chi spetta invece la manutenzione o sostituzione dell'impianto di climatizzazione? Sono alcune delle domande che ogni giorni si pongono proprietari e soprattutto gli inquilini. Tralasciando il tradizionale canone mensile per poter usufruire dell’immobile, ci sono tutta una serie di costi accessori necessarie per mantenere un immobile in buono stato.

Senza entrare nello specifico, il criterio generale per suddividere le spese tra proprietario e inquilino è quello di individuare la tipologia di intervento. In linea di massima il proprietario è tenuto a sostenere tutte le spese per la manutenzione straordinaria mentre l'inquilino deve provvedere ai piccoli interventi di manutenzione ordinaria. 

INQUILINO Si tratta di costi derivanti da servizi di routine, come la pulizia delle scale, la manutenzione dell’ascensore, la portineria o il riscaldamento. Per decidere quale somma spetta a ciascun abitante dell’edificio, si fa riferimento alle tabelle millesimali, in modo che ciascuno versi una quota proporzionale al valore della proprietà.

PROPRIETARIO Il proprietario deve invece provvedere al pagamento delle spese straordinarie, relative a interventi una tantum sull’edificio: il rifacimento della facciata, ad esempio, così come la sostituzione della caldaia o l’installazione di un videocitofono. In generale, quando l’intervento riguarda l’intero condominio sarà il locatore a farsene carico, con un contributo calcolato anche in questo caso in base alle tabelle millesimali.

Un'eccezione può essere rappresentata da eventuali lavori urgenti. Al termine dei lavori la quota dovrà essere divisa tra tutti gli appartamenti presenti: le spese ordinarie, come la sistemazione dell’ascensore, dovrebbero essere a carico di chi è in affitto, mentre ristrutturazioni più consistenti come il rifacimento del tetto dovrebbero spettare al proprietario.

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