Manovra 2020, occhio alle tasse per gli immobili: triplicate le imposte catastali

Nel documento Programmatico trasmesso all'Unione Europea spunta il rialzo di alcune tasse per la casa.

Cambiano i Governi ma la casa resta sempre nel mirino di Palazzo Chigi. Nel documento Programmatico di Bilancio trasmesso all'Unione Europea in vista dell’approvazione della manovra 2020, ha certificato la volontà di ritoccare nuovamente le imposte attualmente pagate dai proprietari di casa, ovviamente verso l'alto. Ovviamente si tratta di un testo provvisorio, "salvo intese": bisognerà attendere il testo definitivo. 

Il primo tasto dolente dovrebbe riguardare le imposte ipotecarie e catastali sui trasferimenti immobiliari soggetti all’imposta di registro, che verranno triplicate, passando da 50 a 150 euro. Mentre quelle sui trasferimenti immobiliari soggetti ad Iva caleranno di 50 euro (da 200 a 150) per equiparare il prelievo tributario delle citate imposte sui trasferimenti immobiliari.

Rialzo anche per la cedolare secca. Il governo ha poi previsto un aumento della tassazione negli affitti a canone concordato a partire dal 2020. L’imposta del 10% verrà innalzata al 12,5%. C’è da dire che l’aliquota venne ridotta nel 2014 dal 15% al 10% con l’obiettivo di riportarla al 15% negli anni successivi ma poi la riduzione venne prorogata di anno in anno. Adesso si prevede un rialzo ma non in maniera completa. L’obiettivo dell’aliquota è stato quello di calmierare gli affitti, anche quelli universitari.

In attesa di capire se queste anticipazioni verranno confermate, è arrivata la bocciatura da parte di Confedilizia per bocca del presidente Giorgio Spaziani Testa: "Se il Governo confermerà questa decisione sarebbe un clamoroso autogol. La cedolare sugli affitti calmierati è una misura sociale, condivisa da forze politiche, sindacati inquilini, operatori ed esperti del settore immobiliare. In questi sei anni di applicazione ha garantito un’offerta abitativa estesa, favorendo la mobilità di lavoratori e studenti sul territorio".

Leggi tutto...

Verso il nuovo Governo giallo-rosso, Confedilizia: "Servono proroga cedolare secca e riduzione tasse"

Mentre continuano le trattative per la formazione dell'esecutivo, il presidente di Confedilizia indica le urgenze del settore immobiliare.

La cedolare secca sugli affitti commerciali e la misura specifica del 10% della cedolare secca per i contratti di locazione abitativi a canone calmierato. Sono queste le due priorità su cui dovrebbe concentrarsi il nuovo Governo per quanto riguarda il settore immobiliare secondo il presidente di Confedilizia, Giorgio Spaziani Testa, intervistato dal portale Idealista.

"Al di là di chi gestirà la manovra, le urgenze del settore immobiliare sono due: c'è la nuova cedolare secca sugli affitti commerciali, che è stata prevista solo per i contratti stipulati nel 2019. Come minimo bisognerebbe prorogarla e dire che si applica anche per i contratti stipulati nel 2020, molto più saggio - ed è la nostra richiesta - sarebbe dire che si applica a regime almeno per tutti i nuovi contratti". 

"C'è poi in scadenza la misura specifica del 10%, quindi un po' ridotta, della cedolare secca per i contratti di locazione abitativi a canone calmierato, quelli cosiddetti a canone concordato. Prima è stata fatta per un quadriennio, poi è stata rinnovata per un biennio in scadenza a fine 2019. Anche qui, buon senso vorrebbe che si stabilizzasse anche per favorire l'accesso all'abitazione; la vogliono anche i sindacati inquilini - prosegue Spaziani Testa -. Non c'è motivo di rinnovarla ogni volta per uno, due, quattro anni, quando poi è un classico caso in cui la stabilità è fondamentale".

"Queste sono proprio le urgenze date da scadenze. Poi noi con il governo dimissionario avevamo in corso anche dei ragionamenti sulla diminuzione della tassazione patrimoniale, che è un'urgenza storica ormai dal 2012 - sottolinea il presidente di Confedilizia -. La tassazione patrimoniale è già talmente elevata che un governo che non la riduca è, di fatto, responsabile quasi quanto chi l'ha portata a questi livelli".

Leggi tutto...

Imu, affitti e cedolare secca: gli effetti del Decreto Crescita nel mondo immobiliare

Con l'approvazione imminente del DL 34/2019 sono diverse le novità in arrivo per il real estate.

Cedolare secca ma anche Imu, case in comodato e affitti. Con l'introduzione del cosiddetto "Decreto Crescita" arrivano diverse novità nel mondo del real estate. A fare un sunto di cosa cambierà con l'introduzione del Dl 34/2019, che presto dovrebbe avere il via libera finale del Parlamento, è il quotidiano economico Il Sole 24 Ore. 

Cedolare secca senza sanzioni Con il Decreto Crescita si dice addio alle sanzioni per chi non presenta il modello RLI per confermare la cedolare secca. Nell'articolo 3-bis, infatti, viene sancita la "soppressione dell’obbligo di comunicazione della proroga del regime della cedolare" (in precedenza 100 euro ridotti a 50 con pagamento nei primi 30 giorni)

Un codice per le case in affitto Il nuovo testo prevede la creazione di una banca dati pubblica delle strutture ricettive e degli immobili destinati all’attività di locazione breve: ogni struttura o casa locata dovrà avere un codice identificativo e dovrà usarlo "in ogni comunicazione inerente all’offerta e alla promozione dei servizi all’utenza"

Al Fisco i dati sugli inquilini Tra i vari articoli del decreto, viene anche inserita una norma che permette alla Polizia di Stato di comunicare i dati dei locatari all'Agenzia delle Entrate e ai Comuni. In questo modo potranno essere usati per controllare il pagamento delle imposte e il versamento dell’imposta di soggiorno. 

Nuova data per l'Imu Posticipata la data per presentare la dichiarazione Imu che passa dal 30 giugno al 31 dicembre dell’anno successivo a quello cui si riferiscono i dati da comunicare. Viene anche eliminato l’obbligo di presentare la dichiarazione Imu per chi può beneficiare della riduzione del 50% di Imu e Tasi sulle case date in comodato, cioè in prestito gratuito, ai figli o ai genitori.

Imu sui fabbricati Dal 2023 l’Imu sugli immobili strumentali, come i capannoni, diventa deducibile dal reddito d’impresa. Prima di allora, la percentuale di deduzione ammessa crescerà gradualmente: 50% per l’Imu nel 2019, 60% nel 2020 e 2021; 70% nel 2022.

Leggi tutto...
Sottoscrivi questo feed RSS