Smart working: arredamento e consigli per lavorare al meglio da casa

L'emergenza sanitaria ha costretto molti a lavorare da casa: ma per essere efficienti non bastano solo una scrivania, una sedia e un computer

Con la quarantena forzata a causa dell'emergenza Coronavirus, è tornato prepotentemente di moda il team dello smart working o lavoro agile, ovvero della possibilità per i lavoratori dipendenti di gestire le attività lavorative da casa grazie alle opportunità offerte dalla digitalizzazione e dalle nuove tecnologie.

Un ambito in cui l'Italia è parecchio indietro rispetto ad altri paesi, europei e non, ma che adesso diventa fondamentale per affrontare l'emergenza riducendo al minimo i disagi dell'azienda per cui si lavora. Quando si deve lavorare in remoto, però, è importante organizzare al meglio gli spazi da destinare all’attività professionale, in modo da renderli confortevoli, separarli da quelli dedicati alla vita privata e aumentare al massimo la produttività. Insomma, non bastano una scrivania, una sedia e un computer per poter lavorare senza problemi.

LA SCRIVANIA I In questo senso la postazione è fondamentale. È importante ritagliarsi in casa un un angolo personale, uno spazio in sostanza in cui poter lavorare senza interferenze e interruzioni e dove lasciare i propri strumenti di lavoro, come il pc o il blocco per gli appunti. Importante anche riuscire a creare una postazione comoda in cui possiamo tenere una postura corretta: ricordiamo di posizionare il monitor e la tastiera alla giusta distanza da noi e di poggiare i gomiti sulla superficie del tavolo. Eliminate anche oggetti superflui e non strettamente legati alle attività professionali per mantenere più alta la concentrazione

Il tavolo che si usa in casa è solitamente molto più alto di una scrivania che normalmente possiamo trovare in un arredamento per ufficio e la rigidità della seduta usata in cucina non è stata pensata per lavorarci tutti i giorni 8 ore o più con innegabili danni alla salute.

LA SEDIA A proposito di postura corretta, bisogna tener presente che le normali sedute presenti in casa non sono l’ideale per chi deve stare alla scrivania per molte ore. Un’alternativa alle classiche e più ergonomiche poltrone da ufficio si può optare per la moda delle postazioni in piedi da alternare a quelle tradizionali: un’altezza corretta potrebbe essere quella di un bancone in cucina, ma anche alcune credenze potrebbero adattarsi. Oppure si può trasformare le sedute comuni usando uno schienale ergonomico, facilmente reperibile anche online.

ILLUMINAZIONE Molto importante nell'ambito di una postazione comoda è anche la scelta di un’illuminazione adeguata: da un lato per assicurare una facile lettura dei documenti dall'altro soprattutto per evitare di affaticare gli occhi. In questo senso è importante ricordarsi di non posizionare il monitor davanti o dietro a delle finestre per evitare i riflessi ma anche per essere ben visibili per eventuali video conferenze

SPAZIO AGGIUNTIVO In determinati lavori, potrebbe essere utile avere anche degli spazi aggiuntivi per documenti, faldoni o altro, che magari in casa sono difficili da reperire. In questo caso il consiglio è quello di sfruttare al massimo l'altezza grazie all'utilizzo delle pareti magari con delle mensole provvisorie.

ALTRI CONSIGLI Una pianta può aiutare la concentrazione e il benessere indispensabile per lavorare bene. Non può mancare nemmeno a casa una bottiglia termica per avere sempre a portata acqua fresca senza doversi alzare.

 

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Coronavirus, anche Airbnb scende in campo: casa gratis per 2 mesi a medici e infermieri

  • Pubblicato in Salute

L'iniziativa punta a mettere facilmente in contatto gli host che hanno messo a disposizione il proprio appartamento e il personale ospedaliero. 

Due mesi di alloggio gratis per tutti i medici e infermieri che dovranno spostarsi o trasferirsi a causa dell'emergenza sanitaria. Anche Airbnb,  il leader americano degli affitti brevi che in Italia conta più di 415mila alloggi, ha deciso di scendere in campo contro il Coronavirus.

L’iniziativa Airbnb per medici e infermieri nasce con l’obiettivo di mettere in comunicazione in maniera semplice e diretta gli host che hanno espresso il desiderio di rendere disponibile senza compenso il proprio appartamento e il personale ospedaliero. L'azienda si farà carico dei costi dell’operazione consentendo anche la copertura delle spese correnti agli host. Per gestire le richieste Airbnb collaborerà con l’associazione OspitaMI nella gestione del processo di prenotazione entrando direttamente in contatto con medici e infermieri che compileranno la richiesta online.

 
Istruzioni Medici, infermieri e strutture ospedaliere potranno inviare richieste attraverso il sito airbnb.it/medicieinfermieri. Tutti coloro che compileranno il questionario online con le informazioni richieste verranno contattati dall’associazione OspitaMI che li supporterà nell’identificazione della soluzione migliore e gestirà il processo di prenotazione. L’alloggio per il personale sanitario sarà completamente gratuito fino a due mesi di permanenza.Chiunque desideri mettere a disposizione il proprio alloggio su airbnb potrà candidarsi allo stesso indirizzo.
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"Cura Italia": ecco come funziona la sospensione del mutuo prima casa

Per dare sostegno alle famiglie durante l'emergenza Coronavirus, il Governo ha dato il via libera alla sospensione dei mutui prima casa

Un aiuto concreto a chi ha un mutuo prima casa ma si trova in gravi difficoltà a causa del Coronavirus. Con il nuovo Decreto "Cura Italia" il Governo ha dato il via a una serie di misure straordinarie per combattere l'emergenza sanitaria ma anche per rilanciare l'economia e soprattutto sostenere le famiglie in un momento drammatico.

Fra le varie misure, la più attesa è sicuramente quella dello stop ai mutui: una novità necessaria considerando che le misure di lockdown per ridurre il contagio da coronavirus hanno costretto a casa circa tre milioni di lavoratori con la chiusura di tutte le attività. E questo “congelamento” generalizzato delle attività presto avrà ripercussioni sul portafoglio delle famiglie.

Come funziona La sospensione delle rate del mutuo era già prevista dal Fondo di Solidarietà istituito con la Legge n 244/2007 ed è rivolta alle famiglie e ai soggetti titolari di un mutuo prima casa che si trovano in situazioni di temporanea difficoltà economica per cessazione del rapporto di lavoro o sospensione o riduzione dell’orario di lavoro, per decesso o grave infortunio. Questa riguarda solo il pagamento della quota capitale del mutuo, mentre gli interessi vanno comunque corrisposti.

Con il nuovo Decreto questa possibilità è stata estesa per 9 mesi ai lavoratori autonomi e liberi professionisti, con il potenziamento del Fondo di garanzia e il meccanismo del Fondo solidarietà mutui prima casa, il cosiddetto Fondo Gasparrini. La scadenza del mutuo viene così prorogata dando un respiro a tutti quei soggetti in difficoltà. Il Fondo provvederà al pagamento degli interessi compensativi nella misura pari al 50% degli interessi maturati sul debito residuo durante il periodo di sospensione.

I requisiti Ci sono ovviamente dei requisiti da rispettare. Può presentare domanda di accesso ai benefici del Fondo il proprietario di un immobile adibito ad abitazione principale, titolare di un mutuo contratto per l’acquisto dello stesso immobile di importo non superiore a 250mila euro. Il mutuo deve, inoltre, essere in ammortamento da almeno un anno al momento della presentazione della domanda. Ed è ammissibile anche il titolare del contratto di mutuo già in ritardonel pagamento delle relative rate, purché il ritardo non superi i 90 giorni consecutivi.

Possono beneficiarne non solo coloro che hanno subito la riduzione dell'orario o la sospensione dal lavoro in seguito all'allarme Coronavirus, ma anche i lavoratori autonomi e i liberi professionisti che autocertifichino di aver registrato “in un trimestre successivo al 21 febbraio 2020 ovvero nel minor lasso di tempo intercorrente tra la data della domanda e la predetta data”, una riduzione del proprio fatturato superiore al 33% rispetto al fatturato dell’ultimo trimestre 2019, in seguito alla chiusura o alla riduzione del lavoro dovuta alle misure adottate dall’autorità competente con il diffondersi del Covid-19. 

La documentazione Non servirà l’Isee per accedere al fondo, visto la sua difficoltà a “misurare” la situazione recente del nucleo familiare. Probabilmente basterà un’autocertificazione per le partite Iva. Per quanto riguarda, invece, chi ha subìto una riduzione dell’orario di lavoro o la sospensione dall’attività è atteso un decreto attuativo di natura non regolamentare del Mef. La domanda di sospensione delle rate del mutuo va presentata alla stessa banca erogatrice del finanziamento.

 

 
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