Mutuo prima casa: meno pignoramenti ma più rinegoziazioni

Con le nuove norme contenute nel Decreto Fiscale si potrà restituire la cifra fino a un massimo di 30 anni.

Cambiano alcune norme che regolano il mutuo per l'acquisto della prima casa. Da gennaio, infatti, non è più previsto il pignoramento dell’immobile per chi ha richiesto un mutuo prima casa.

A parlarne è il Corriere della Sera che analizza alcune delle voci contenute all'interno del nuovo Decreto Fiscale. Da quest'anno chi non riesce più a pagare le rate del mutuo potrà presentare la domanda per una rinegoziazione del prestito e del piano di rientro. Ma c'è una condizione imprescindibile: l'abitazione oggetto del mutuo deve corrispondere a quella di residenza. 

Ma non solo: è possibile chiedere la rinegoziazione del mutuo, evitando quindi il pignoramento della prima casa, solo in caso di procedure attivate tra il 1° gennaio 2010 e il 30 giugno 2019. A questo punto andrà verificato che il soggetto interessato alla tutela risieda effettivamente nell’immobile.

Chi dispone dei requisiti dovrà presentare un documento con un’offerta di rinegoziazione il cui importo dovrà essere pari almeno al debito residuo, al netto degli interessi dovuti. La cifra dovrà essere restituita in massimo 30 anni e non oltre il compimento dell’ottantesimo anno di età da parte del debitore.

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Interessi di mora e pignoramento: cosa succede in caso di mancato pagamento del mutuo

Il primo effetto sono gli interessi di mora, ma dopo 2 rate non pagate si diventa subito "cattivi pagatori".

La crisi economica che si trascina da anni e la disoccupazione sempre a livelli elevati spesso mette spesso in difficoltà molte famiglie italiane: spesso non solo faticano ad arrivare alla fine del mese, ma in alcuni casi non riescono nemmeno a pagare la rata del mutuo. Cosa succede in questi casi?

L'effetto più immediato è l’applicazione degli interessi di mora: si tratta di una maggiorazione del tasso di interesse, nella misura indicata nelle condizioni del contratto calcolati sull’importo delle rate non pagate per il periodo di ritardo rispetto alle scadenze stabilite. Più tempo trascorre senza pagare, più alto sarà l’interesse. Ma non solo.

Il mancato pagamento delle rate del mutuo comporta anche la segnalazione da parte della banca, del cliente come cattivo pagatore presso gli enti pubblici e privati, istituiti per il controllo e il rischio del credito. Tale segnalazione, che pregiudica la possibilità per il mutuatario di ottenere ulteriori prestiti, può avvenire solo dopo 120 giorni di mancato pagamento o dopo il mancato pagamento di almeno 2 rate.

Il famigerato pignoramento, invece, non è immediato: l'istituto di credito deve infatti seguire un percorso ben preciso per ottenere l’espropriazione forzata del bene e alla sua successiva vendita all’asta che può richiedere diverso tempo. In primis la banca deve dichiarare il cliente decaduto dal beneficio del termine: deve essere inviata una lettera al cliente in cui si rileva il mancato pagamento di più rate, comunica di non concedere più il pagamento rateizzato, chiede il saldo del debito.

Ma dopo quante rate la banca può procedere al pignoramento? dipende se il debito è stato contratto prima o dopo il 2017. Grazie alla riforma introdotta da un decreto legislativo del 2016, infatti, il pignoramento della banca per mutuo non pagato è possibile solo dopo 18 rate di morosità. Per coloro che hanno stipulato il mutuo prima del 2016, invece, basteranno solo sette rate non pagate del mutuo per sciogliere il contratto e permettere alla banca di iniziare le procedure per il recupero del credito.

I clienti morosi, però, possono anche provare a evitare il pignoramento della propria abitazione. Esiste per esempio il Fondo di solidarietà che garantisce ai mutuatari in difficoltà economica temporanea, la possibilità di sospendere il pagamento delle rate, cioè la possibilità di rimandare il pagamento fino a due volte e per una durata complessiva di 18 mesi. Può usufruirne solo chi ha perso il lavoro a tempo determinato o indeterminato (compresa la cassa integrazione) oppure chi ha subito un handicap grave o trovarsi in una situazione di non autosufficienza. Inoltre, è necessario avere pagato le rate del mutuo almeno per un anno al momento della richiesta e non bisogna avere accumulato più di 90 giorni di ritardo sul pagamento.

 

 
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