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Design e un omaggio a Leonardo Da Vinci: dal 9 al 14 aprile torna il Salone del Mobile

  • Pubblicato in Eventi

Negli spazi di Fiera Milano Rho saranno presenti 2350 espositori. Attese oltre 300mila persone tra operatori del settore e visitatori.

La storia del deisng, le nuove tendenze ma anche business e cultura. Torna anche quest'anno l'atteso col Salone Internazionale del Mobile di Milano giunto alla sua 58esima edizione. L'appuntamento è dal 9 al 14 aprile negli spazi di Fiera Milano Rho dove saranno presenti 2350 espositori nazionali e internazionali che ospiteranno oltre 300mila persone tra operatori del settore, progettisti e giornalisti da tutto il mondo.

La kermesse si presenta al mondo con un’offerta di prodotti di altissima qualità ripartiti nelle tre tipologie stilistiche: Classico, che attinge ai valori di tradizione, artigianalità e maestria nell’arte di realizzare mobili e oggetti in stile classico; Design, prodotti espressione di funzionalità, innovazione e grande senso estetico; e infine xLux, settore dedicato al lusso senza tempo riletto in chiave contemporanea. All’avanguardia anche la proposta culturale, con l’evento collaterale in città che affiancherà il Salone del Mobile firmato da un importante artista e progettista di calibro internazionale. Un progetto di straordinario valore, capace di intrecciare design, tecnologia, e storia.

Quest'anno il Salone punterà nuovamente su due punti cardine: la centralità di Milano, quale città cosmopolita e promotrice di innovazione, e la capacità creativa della rete industriale che garantisce l'eccellenza del design made in Italy.In occasione del 500esimo anniversario dalla morte di Leonardo da Vinci, inoltre, il Manifesto si arricchisce di un nuovo capitolo dedicato all'ingegno, da intendersi - come dichiarato da Claudio Luti (Presidente del Salone del Mobile) "quale principio di creatività, senso del talento, geniale abilità nel fare e nel pensare".

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Nascerà a Milano il museo del design più grande d'Europa: "10 milioni dal Governo"

La struttura di oltre 3mila metri quadri nascerebbe nel 2020 e diventerebbe il più grande d'Europa.

Uno spazio epositivo di oltre 3 mila metri quadri interamente dedicati al design: è il nuovo museo che dovrebbe sorgere a Milano nel 2020. Già individuata l'area dove nascerà: la zona prescelta è quella di Paolo Sarpi, nell'ex area industriale rinnovata tra via Ceresio e via Bramante. Il museo costituirà un polo del design costantemente in contatto con tutte le realtà contemporanee del settore.

IL MUSEO La struttura espositiva si chiamerà Museo del Compasso d'Oro Adi e sarà il risultato di un progetto iniziato nel 2011 grazie all'impegno dell’amministrazione comunale di Milano (che ha investito circa 6 milioni di euro nella ristrutturazione), di Regione Lombardia e dello Stato a quello della Fondazione ADI Collezione Compasso d’Oro, che destinerà all’iniziativa altri 2 milioni di euro circa.

Il museo, allestito in base al progetto di Ico Migliore, Mara Servetto e Italo Lupi, avrà un carattere 'narrativo'. Al suo interno i visitatori potranno utilizzare i più aggiornati strumenti digitali, per vivere un’esperienza di conoscenza pienamente coinvolgente. Grazie al polo anche gli studenti delle scuole di design potranno contribuire all’esplorazione dei rapporti tra i più celebri simboli del design e i comportamenti sociali 

IL GOVERNO CI CREDE Il Governo è pronto a fare la sua parte: "A Milano non abbiamo una realtà che racconti in modo completo il design - ha detto il ministro dei Beni Culturali Alberto Bonisoli - siamo pronti a fare il necessario per rendere possibile questo progetto e quindi stiamo mettendo a disposizione 10 milioni di euro. È un segnale concreto dell'interesse che abbiamo per supportare il design".

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Immobiliare, Rossi: "Investimenti pubblici al palo"

L'intervento del Direttore Generale della Banca d’Italia Rossi

"In Italia il valore complessivo degli investimenti in costruzioni e della spesa per affitti e servizi di intermediazione immobiliare rappresenta in un anno quasi un quinto del PIL". A comunicare il dato è Salvatore Rossi, direttore generale di Bankitalia e presidente dell' Ivass, l'Istituto per la vigilanza sulle assicurazioni, nella conferenza d'apertura del convegno sul Real Estate organizzato a Milano da Assoimmobiliare e da Sda Bocconi e tenutosi oggi, 29 gennaio, all'interno del programma REInnovation Lab.

"In attività immobiliari - ha proseguito - è investito il 60 per cento del patrimonio complessivo delle famiglie. I prestiti alle famiglie per mutui immobiliari e quelli alle imprese del settore sono circa un terzo degli impieghi bancari totali. Basterebbero questi tre dati a testimoniare la rilevanza del mercato immobiliare in un’economia avanzata come quella italiana. Ma per convincersene conviene riflettere più a fondo sulla peculiarità concettuale degli immobili, che sono simultaneamente beni di consumo, in quanto fonte di servizi abitativi, e beni di investimento, ma sono anche la principale garanzia reale sui prestiti bancari, anche su quelli non volti a sostenere investimenti immobiliari, oltre che il più importante motivo per cui una famiglia s’indebita. Tutto ciò influenza l’economia per varie vie".

Ma la notizia forse più importante quella relativa agli investimenti pubblici nel residenziale, ormai stagnanti.

"L’economia italiana - ha spiegato Rossi - è stata colpita gravemente dalla crisi finanziaria globale e poi da quella europea cosiddetta dei debiti sovrani, perdendo cumulativamente dieci punti di PIL in sei anni: di questi, due sono da attribuire alle costruzioni. Il flusso annuo di investimenti in costruzioni si era ridotto nel 2013 di oltre un terzo rispetto al 2007, soprattutto per l’inaridirsi degli investimenti pubblici, compressi dall’ansia di riequilibrare il bilancio dello Stato. Da allora il settore immobiliare si è ripreso nel nostro paese, più per manutenzioni straordinarie di immobili già costruiti che per nuove costruzioni, con il contributo di incentivi fiscali alle ristrutturazioni e per l’esigenza di migliorare l’efficienza energetica delle abitazioni. Si consideri che il nostro stock residenziale risale per oltre metà a prima degli anni Settanta del secolo scorso, tra i più elevati indici di vecchiaia d’Europa- ha sentenziato - Gli investimenti pubblici sono rimasti al palo: l’anno scorso sono scesi al 2 per cento del PIL, uno dei livelli più bassi fra i paesi avanzati".

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