"Meteo Immobiliare": situazione incerta, ma dal 2021 torna il sereno

Secondo l'indagine condotta da Rur e Yard, il 49% degli intervistati prevede una crescita degli affari nel prossimo triennio.

Il mercato immobiliare italiano cammina ma non corre e per uno "scatto" in avanti bisognerà attendere il 2021. Questa, in sintesi, la fotografia che emerge da "meteo immobiliare", lo studio condotto dal centro ricerca Rur (Rete Urbana delle Rappresentanze) e dalla società di consulenza Yard, presso un panel di tecnici, operatori ed esperti del real estate giunto alla sua terza edizione. 

Per quanto riguarda l'anno in corso, soltanto nel nord-ovest (segmento che ingloba Milano e Bologna, veri e propri trascinatori negli ultimi mesi) il 50% degli operatori definisce già “in ripresa” il 2019. Un dato in controtendenza rispetto alla media nazionale: il 52,4% indica infatti una situazione stagnante e va ancora peggio tra sud e isole dove il 10% degli intervistati ha segnalato una contrazione del business.

Niente di nuovo per quanto riguarda i prezzi, ancora inesorabilmente fermi. Solo un quinto degli interpellati prevede un aumento visibile quest'anno e limitato al “nuovo/ristrutturato”. Nel triennio, però, quasi la metà degli interpellati prevede un aumento dei valori per il residenziale nelle zone centrali, che però si accompagnerà a un'ulteriore riduzione per gli immobili posti in periferia.

Ampliando lo sguardo al prossimo triennio, il 49% degli esperti prevede un aumento delle compravendite del residenziale nuovo (erano il 34% nel 2017) e nella logistica il balzo è ancora più significativo, prevedono espansione il 28% degli intervistati, contro il 19% del 2017. Il 2021 potrebbe essere davvero l'anno della svolta, tuttavia sul futuro pesano diverse incognite, prime fra tutte il possibile inasprimento della tassazione e una stretta del credito da parte del sistema bancario.

Secondo l'indagine è il settore ricettivo e quello legato alla white economy, ovvero le strutture che ospitano i servizi per la salute e il welfare a dare i risultati migliori. Mostrano ancora segno di sofferenza, invece, il retail e il comparto uffici, settori fortemente influenzati dall’andamento dell’economia sia in termini di consumi interni che di Pil. 

 

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