Comprare casa conviene: rendimenti in aumento nel primo trimestre 2020

I dati arrivano dall'analisi di Idealista:  comprare un immobile per investimento garantisce una plusvalenza che varia dal 9,9% dei negozi al 6,7% delle abitazioni.

Comprare un immobile per investimento? A inizio 2020 conviene ancora. La sentenza arriva dalla consueta analisi dell’Ufficio Studi di idealista, che mette in relazione i prezzi di vendita e affitto delle diverse tipologie immobiliari per calcolare il loro rendimento lordo.

Dall'analisi, infatti, emerge che i rendimenti offerti dagli immobili nel primo trimestre di quest'anno risultano in crescita in tutti i segmenti, fatta eccezione per quello commerciale che resta invariato rispetto allo scorso anno. Comprare un immobile per investimento garantisce una plusvalenza che varia dal 9,9% dei negozi al 6,3% per i box passando per l’8,2% degli uffici e il 6,7% delle abitazioni.

"L’investimento nelle abitazioni diventa sempre più remunerativo toccando i massimi degli ultimi 5 anni - si legge nel report - i rendimenti medi delle abitazioni in affitto nelle città capoluogo italiane sono aumentati di 2,1 punti percentuali rispetto al primo trimestre del 2015 e di 0,8 punti percentuali rispetto allo scorso anno". I rendimenti annui lordi più elevati si registrano a Biella con un tasso pari al 10%, seguita da Siracusa (8,9%) e Brindisi (8,4%). L’Aquila (3,7%) è la città dai ritorni meno allettanti per i proprietari seguita da Massa (4,1%).

Nonostante il dato invariato, il comparto commerciale offre comunque i benefici maggiori: tra le città con i tassi di rendimento più alto troviamo Treviso (16,7%) e Ferrara (15,1%) insieme a Torino (14,6%) e Milano (14,4%). I rendimenti meno allettanti nel retail spettano a Ragusa (7,9%) e Andria (7,5%). Per il comparto uffici l'incremento è del 0,5%: in questo caso le città con benefici migliori sono Vicenza (8,9%) seguita da Torino (8,7%) e Perugia (8,6%). Trento, Bari e Rimini (5,7%) offrono i ritorni minori per gli investitori.  

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Immobiliare, nel 2019 record di investimenti: 12 miliardi di euro contro i 4 del 2010

Secondo l'analisi di Cushman & Wakefield per Il Sole 24 Ore adesso è maggioritaria la quota di capitali esteri col 75% degli investimenti.

Come sono cambiati gli investimenti nel settore immobiliare negli ultimi 10 anni? Cushman & Wakefield ha cercato di dare una risposta a questo quesito per Il Sole 24 Ore: dal report è emerso un quadro del real estate tricolore profondamente diverso rispetto al 2010 in cui l'unico dato a non mutare è il segno "più" degli investimenti nel mondo immobiliare, in continua ascesa.

Nel decennio 2010-2019, infatti, c’è stato un incremento medio dei volumi impegnati nell'immobiliare di circa l’11,5% all'anno: i capitali investiti in Italia sono infatti passati dai 4,1 miliardi di euro di 10 anni fa ai 12 miliardi fatti registrare nel 2019, "un vero e proprio record, superiore del 5% a quello del 2017 e del 43% a quello dei 2018" si legge su Il Sole 24 Ore.

Ma a cambiare non sono stati solo i volumi ma anche le fonti degli investimenti. Sempre secondo Cushman & Wakefield, tra il 2010 e il 2019 la situazione si è letteralmente capovolta: se prima era maggioritaria la quota di investitori italiani (il 76% 10 anni fa) adesso sono gli investitori internazionali a fare la parte dei giganti con il 75% dei capitali investiti: "a partire dal 2014, in particolare, il capitale estero è stato sempre superiore al 60% con punte di oltre il 70% nel 2017 e 2018" si legge sul quotidiano economico.

Il totale investito nel decennio è stato pari a circa 68 miliardi di euro contro i 50 miliardi del decennio 2000–2009 con un incremento di oltre il 35%. Gli investimenti nel settore uffici hanno accumulato un incremento del 19% (26,8 miliardi nel periodo 2010-2019 contro 22 mld del decennio precedente) come anche quelli del settore retail (seppure su volumi molto minori (volumi cresciuti da 15,4 a 18,3 miliardi)

 
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Immobiliare, volano gli investimenti: +40% nel terzo trimestre 2019

I dati pubblicati da Cbre: il volume d'affari ha superato quota 7 miliardi nei primi nove mesi del 2019

Gli investimenti nel settore immobiliare italiano continuano a crescere. A fare un'analisi dei volumi d'affari del real estate tricolore è Cbre, società specializzata in servizi immobiliari commerciali e di investimento. 

Dallo studio emerge che gli investimenti immobiliari nel terzo trimestre 2019 si attestano a 2,20 miliardi di euro, contro i 1,68 dello stesso trimestre 2018, per un totale da inizio anno pari a 7,39 miliardi. La crescita certificata, quindi, ammonta a +40% rispetto ai primi nove mesi dell'anno precedente.

A trascinare tutto il comparto, ancora una volta, è il settore alberghiero che vale ben 2,56 miliardi di euro, un valore tre volte superiore a quello dello stesso periodo del 2018. La domanda è molto elevata ma l'offerta piuttosto limitata: secondo  Roma il numero di conversioni, tutte legate al segmento Luxury, è molto alto a causa della difficoltà di comprare alberghi già esistenti se non a prezzi eccessivamente elevati. Più difficile è invece pensare a riposizionamenti nei centri storici di Venezia e Firenze, data la difficoltà di ottenere licenze alberghiere. 

Molto positiva anche la performance del settore uffici con investimenti a quota 2,45 miliardi di euro: una crescita del 45% rispetto al terzo trimestre 2018. Milano mantiene la sua leadership sul mercato, con 30 operazioni per 1,5 miliardi investiti in totale. Ottima performance anche per Roma, con 709 milioni di investimenti.

Ottimo trimestre, il migliore degli ultimi tre anni, anche per il retail, che mostra un segnale di ripresa avvicinandosi ai volumi registrati nello stesso periodo del 2018 (1,8 miliardi di euro) e attestandosi a 1,7 miliardi di euro. In netto miglioramento la Logistica, con volumi di investimento pari a 463 milioni di euro.

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