Immobiliare, volano gli investimenti: +40% nel terzo trimestre 2019

I dati pubblicati da Cbre: il volume d'affari ha superato quota 7 miliardi nei primi nove mesi del 2019

Gli investimenti nel settore immobiliare italiano continuano a crescere. A fare un'analisi dei volumi d'affari del real estate tricolore è Cbre, società specializzata in servizi immobiliari commerciali e di investimento. 

Dallo studio emerge che gli investimenti immobiliari nel terzo trimestre 2019 si attestano a 2,20 miliardi di euro, contro i 1,68 dello stesso trimestre 2018, per un totale da inizio anno pari a 7,39 miliardi. La crescita certificata, quindi, ammonta a +40% rispetto ai primi nove mesi dell'anno precedente.

A trascinare tutto il comparto, ancora una volta, è il settore alberghiero che vale ben 2,56 miliardi di euro, un valore tre volte superiore a quello dello stesso periodo del 2018. La domanda è molto elevata ma l'offerta piuttosto limitata: secondo  Roma il numero di conversioni, tutte legate al segmento Luxury, è molto alto a causa della difficoltà di comprare alberghi già esistenti se non a prezzi eccessivamente elevati. Più difficile è invece pensare a riposizionamenti nei centri storici di Venezia e Firenze, data la difficoltà di ottenere licenze alberghiere. 

Molto positiva anche la performance del settore uffici con investimenti a quota 2,45 miliardi di euro: una crescita del 45% rispetto al terzo trimestre 2018. Milano mantiene la sua leadership sul mercato, con 30 operazioni per 1,5 miliardi investiti in totale. Ottima performance anche per Roma, con 709 milioni di investimenti.

Ottimo trimestre, il migliore degli ultimi tre anni, anche per il retail, che mostra un segnale di ripresa avvicinandosi ai volumi registrati nello stesso periodo del 2018 (1,8 miliardi di euro) e attestandosi a 1,7 miliardi di euro. In netto miglioramento la Logistica, con volumi di investimento pari a 463 milioni di euro.

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Un mutuo con tasso negativo: da sogno a realtà? C'è l'ok della Bundesbank

Dopo le ultime mosse della Bce, l'ipotesi sta prendendo sempre più piede anche in una delle più importanti banche dell'Eurozona.

Un mutuo per comprare casa a tassi negativi? Adesso anche la rigida Germania dice sì. Quello che qualche anno fa sembrava impossibile adesso sta infatti diventando un'opportunità realizzabile. A darne notizia è il Corriere della Sera che in un articolo focalizza l'attenzione su l'intervista rilasciata al quotidiano Stuttgarter Zeitung da Joachim Wuermeling, membro del consiglio della Bundesbank.

Dopo cinque anni di tassi di interesse sotto lo zero nell’Eurozona, l'ulteriore discesa di questi mesi spinta dalle nuove misure lanciate dalla Bce di Mario Draghi, l'ipotesi sta prendendo sempre più piede anche in una delle più importanti banche centrali dell'eurozona. Si tratta, in poche parole, di accendere un mutuo ma alla fine restituire meno di quanto la banca ha dato in prestito.

L'esperimento, in realtà, è già partito nella vicina Danimarca dove ad agosto la Jyske Bank ha reso noto il lancio di mutui a dieci anni a tasso fisso negativo (-0,5%). Pur rappresentando un "non-senso" dal punto di vista finanziario, potrebbe dare nuovo vigore al mercato immobiliare e incentivare le compravendite sul territorio nazionale. 

Ma, come si legge sempre sul Corriere della Sera, l’applicazione di tassi negativi potrebbe rappresentare un rischio concreto per le banche, dal momento che il margine di interesse costituisce per esse una delle principali voci di ricavo. Allo stesso tempo, però, tale soluzione potrebbe essere conveniente per gli istituti di credito: applicare tassi di questo tipo potrebbe rivelarsi una scelta lungimirante, in alternativa al pagamento di tassi più alti per investimenti di maggiore rischio. 

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Immobiliare: secondo Sigest le compravendite saliranno del 6% nel 2019

Secondo il Centro Studi Sigest  la crescita complessiva dell'anno dovrebbe rispecchiare quella aggregata del primo semestre

Continua la crescita del residenziale italiano anche se con minore intensità rispetto a inizio anno. È quanto emerge dal report del Centro Studi Sigest che ha analizzato i dati dell'immobiliare degli ultimi mesi e stimato l'andamento del real estate italiano per la fine dell'anno.

Nel II trimestre 2019 le compravendite sono aumentare del +3,9% rispetto  al +8,8% del trimestre precedente. Il trend è confermato anche dalle grandi città (+1,8% II trim. 2019; +8,2% I trim. 2019), Milano (+6,1% II trim. 2019; +11,3% I trim. 2019) e Roma (+2,7% II trim. 2019; +11,9% I trim. 2019). In particolare, secondo Sigest, dai volumi aggregati del semestre 2019 emerge a livello nazionale una crescita tendenziale del +6% mentre per le grandi città si attesta a +4,5%: tra queste spiccano soprattutto Milano (+8%) e Roma (+7%). 

Per quanto riguarda i prezzi, secondo l'Istat nel I trimestre 2019 è stata registrata una nuova contrazione dei prezzi delle abitazioni esistenti con un dato congiunturale del -0,5% e tendenziale del – 0,8%. Diverso il discorso per le abitazioni nuove che, per il sesto trimestre consecutivo, dovrebbe registrare una crescita.

Secondo le previsioni di Sigest, quindi, la crescita complessiva dell'anno dovrebbe rispecchiare quella aggregata del primo semestre: +6%. In questo scenario il numero di compravendite si attesterebbe a quota 600.000 unità, eguagliando i volumi del 2010 e il fatturato sfiorerebbe i 100 miliardi di euro.

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