Affitti, i canoni continuano a crescere: spiccano Bologna, Bari e Palermo

I dati del rapporto Solo Affitti-Nosmisma: l'incremento medio di quest'anno è del 2,1%. In calo i canoni a Roma e Napoli

Se i prezzi delle case ristagnano, i canoni d'affitto continuano a salire. È la fotografia scattata dal rapporto 2019 di Solo Affitti e Nomisma e pubblicata su Il Sole 24 Ore. I canoni sono così sempre più vicini ai livelli pre-crisi, "con prezzi medi mensili che si attestano a 616 euro contro i 641 euro del 2009", si legge nel Rapporto.

Secondo il report, infatti, l’incremento medio nell’ultimo anno è stato del 2,1% con le grandi città a guidare la ripresa. A spingere questo dato ci hanno pensato il fenomeno degli affitti brevi che hanno ha spinto al rialzo anche i canoni tradizionali e la cedolare al 10% per gli affitti concordati. Secondo i dati forniti del network delle circa 300 agenzie Solo Affitti, nei capoluoghi l’opzione per la tassa piatta supera addirittura la quota del 70% dei contratti.

Gli incrementi maggiori dei canoni si registrano a Bologna (+9,8%), Bari (+6,9%) e Palermo (+6,8%), seguite a stretto giro da Milano (+6,3%) e Genova (+5,9%). I canoni di locazione crescono, anche se in misura minore, a Trento (+4,8%), Firenze (+3,8%), Trieste e Venezia (+3,7%) .In decisa controtendenza Roma (-4,5%) insieme a Cagliari (-4,2%), Napoli (-3,2%), Catanzaro (-2,9%) e Ancona (-2,5%).

Milano, con una media di 1.234 euro al mese per le case arredate, si conferma il capoluogo più caro. Si allarga il divario con la Capitale (884 euro): dal +25% del 2018 al +39,6% di quest'anno. Tra i capoluoghi più cari ci sono anche Bologna (793 euro) e Firenze (764 euro), Venezia (753 euro) e Trento (735 euro). Le richieste diventano progressivamente più accessibili a Napoli (630 euro), Cagliari (581 euro) e Trieste (563 euro). Catanzaro (368 euro), Perugia (409 euro) e Potenza (426 euro) sono i capoluoghi con gli affitti più a buon mercato.

 

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Studenti fuori sede, aumentano i canoni di locazione: a Milano la stanza più cara

Secondo uno studio di Immobiliare.it gli affitti sono in aumento quasi in tutte le città: in controtendenza solo Bari

Brutte notizie per gli studenti fuorisede. Con l'arrivo di settembre, infatti, in molti italiani sono alle prese con la ricerca delle stanze in affitto ma dovranno fare i conti con affitti in aumento (quasi) in tutta Italia. Secondo l’Ufficio Studi di Immobiliare.it, infatti,. quest’anno si registrano rincari in tutti i 14 centri presi in considerazione dall’analisi (quelli che ospitano gli atenei con la più alta concentrazione di studenti fuori sede). Solo Bari è in controtendenza con un lieve calo (-2%). Spetta invece a Bologna l'aumento record: oltre il 12% in più rispetto all’anno scorso.

Milano si conferma la città più cara in cui vivere da fuori sede. Per una camera nel capoluogo meneghino si chiedono mediamente 573 euro, (+6% rispetto al 2018) a fronte di una domanda che continua a crescere (+5% su base annua). Il secondo posto è ormai un pari merito: dopo il boom dei prezzi dell’ultimo anno, Bologna ha praticamente raggiunto i costi di Roma. Nelle due città, per affittare una singola, si spendono rispettivamente 447 e 448 euro al mese. Sopra la soglia dei 400 euro si trova anche Firenze, dove si chiedono in media 433 euro (+10% rispetto al 2018).

Con aumenti che oscillano fra il 2% e l’8%, si aggirano sui 300 euro le cifre richieste nelle altre città: si passa dai 353 euro di Torino ai 306 euro al mese di Pavia. Il dato relativo all’andamento della domanda rivela che il Sud è sempre meno ambito dai fuori sede, tanto che Bari e Palermo sono le uniche due città delle 14 prese in considerazione a registrare un calo delle ricerche. Qui per affittare una singola si spendono in media, rispettivamente, 255 euro e 233 euro. La più economica resta però Catania, con una media di 211 euro.

Sempre meno, invece, le richieste di stanze doppie. Nonostante offrano ottime occasioni di risparmio, sono sempre meno gli studenti e i lavoratori fuori sede disposti a condividere una stanza con un’altra persona. La domanda di posti in doppia è infatti in calo ovunque, a eccezione di Bologna, dove invece è cresciuta del 9% a causa degli importanti aumenti dei costi.

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