Affitti in aumento a inizio 2020: in Emilia e Toscana gli incrementi più marcati

I dati dell'Ufficio Studi di Idealista: dati positivi nei primi mesi del 2020 ma iniziano a vedersi gli effetti del lockdown. 

Affitti ancora in crescita prima che la tempesta del Coronavirus si abbattesse sull'Italia. È questo il quadro che emerge dall'ultimo report dell'Ufficio Studi di Idealista che ha metto sotto la lente d'ingrandimento i canoni di locazione delle abitazioni nel primo trimestre 2020, sostanzialmente prima del lockdown. 

Tra gennaio e marzo, infatti, i prezzi degli affitti sono cresciuti arrivando a una media di 9,8 euro al metro quadro: le richieste di incremento da parte dei proprietari sono aumentate del 2,6% rispetto a fine 2019 e addirittura del +6,5% in termini annuali. Come detto, però, il dato va visto ancora in un contesto pre Pandemia: “Quella che il report restituisce è l’istantanea di una situazione ancora normale, con effetti del Coronavirus ancora poco visibili - ha ammesso il responsabile dell’Ufficio Studi di Idealista, Vincenzo De Tommaso - Al momento il mercato è fermo e non ci saranno operazioni nelle prossime settimane".

LE REGIONI Scendendo nel dettaglio, emerge che nel primo trimestre 2020 la maggior parte delle regioni italiane (13 su 20) ha registrato numeri in positivo con in testa Emilia-Romagna (5,9%), Toscana (5%) e Lombardia (3,5%). Male, invece, diverse zone del sud, in particolare Basilicata (-5,4%) e Puglia (-2,6%), ma in negativo risulta anche la Valle d’Aosta (-4,2%).

La Lombardia (14 euro/m²) rimane la regione più cara per gli inquilini, seguita da Lazio e Toscana entrambe con una richiesta di 11,6 euro mensili. I valori più bassi della penisola si trovano in Calabria (5,5 euro/m²), ultima nel ranking dei prezzi davanti a Molise (5,6 euro/m²) e Sicilia (6 euro/m²).

LE CITTÀ Secondo l'Ufficio Studi di Idealista, quindi, i canoni sono aumentati quasi in una città su due: 59 comuni capoluogo sui 103 rilevati negli ultimi tre mesi. I mercati minori risultano i più volatili, con Avellino (12,3%), Chieti (12,1%) e Prato (8,3%) a segnare i maggiori aumenti, mentre all’opposto i cali maggiori spettano ad Aosta e Agrigento, entrambi giù al ritmo dell’8,9%, seguiti da Verbania a ribasso del 7,8%. Tra le grandi città spiccano Bologna (5,8%), Palermo (2,5%) e Torino (2,3%).

Milano e Roma segnano un aumento più contenuto (+2,1%). Con una media di 20 euro/m² mensili Milano è sempre più cara per gli affittuari seguita da Firenze (15,9 euro/m²), Venezia (15,6 euro/m²) e Bologna, che ha raggiunto i 14,1 euro mensili.

 

 

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Sconti, accordi e niente sfratti: le regole per gli affitti durante il Coronavirus

Per i negozianti costretti a chiudere c'è un credito d'imposta del 60%. Per gli inquilini sgomberi vietati fino a giugno.

L'emergenza coronavirus ha mandato in crisi settori dell'economia e messo in difficoltà molti affittuari. Per questo il Governo è corso in aiuto con una serie di misure riassunte nell'ormai famoso Decreto "Cura Italia".

PER I NEGOZI Ovviamente non si tratta di una sospensione dei pagamenti, ma di un credito di imposta pari al 60% del canone di locazione versato o da versare in favore dei lavoratori autonomi (negozianti, commercianti, artigiani ecc.) costretti a chiudere le attività per rispettare le misure restrittive del lockdown.  

La norma è contenuta all’articolo 65 del Cura Italia: potranno usufruire dell’agevolazione gli immobili che rientrano nella categoria catastale C1, ovvero negozi e botteghe, per tutto il mese di marzo 2020. Il bonus locazioni non spetta, però alle attività ritenute essenziali e che, in questi giorni, sono regolarmente aperte. Quindi farmacie, supermercati e alimentari in genere.

PER LE CASE Un aiuto arriva anche per gli inquilini delle case. Il Decreto, infatti, ammette la possibilità di ridurre il canone in caso di difficoltà di pagamento a prescindere dalla tipologia di locazione. L'accordo, quindi, è possibile sia nel caso di locazione di immobili per uso abitativo che nel caso di locazione di immobili commerciali. Non ci sono differenze in riferimento alla durata del contratto, né relativamente al regime fiscale di tassazione ordinaria o cedolare secca. Non sono dovute spese di registrazione e l'atto è esente dal bollo, come espressamente previto dall'art. 10 del dl 133/2014

NO SFRATTI Nel Cura Italia c'è anche una norme che sospende gli sfratti per aiutare tutti quei soggetti che a causa dell'emergenza sono impossibilitati a pagare l'affitto. Questo, però, non comporterà la cancellazione della morosità: si tratta più che altro di una sospensione dei provvedimenti esecutivi di sfratto che varrà fino al 30 giugno 2020. Non si potrà imporre dunque lo sgombero dell’immobile per il tramite dell’ufficiale giudiziario.

 

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