Tassi ai minimi e surroghe spingono il mercato dei mutui: +2,8% di richieste nel 2020
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Secondo il Barometro del credito alle famiglie di Crif, la crescita è stata determinata da un vero e proprio boom delle surroghe
I tassi ancora ai minimi storici e la conseguenza grande richiesta di surroghe spingono verso l'alto il mercato die mutui. Secondo il Barometro del credito alle famiglie di Crif, infatti, le richieste di mutui immobiliari sono aumentate del 2,8% nel 2020. La crescita, conferma Crif, è stata determinata da un vero e proprio boom delle surroghe, favorito da tassi di interesse estremamente appetibili che hanno stimolato le famiglie in cerca di soluzioni più sostenibili a rinegoziare anche contratti di recente stipula.
Secondo Simone Capecchi, executive director di Crif, "Il risultato conferma la solidità del comparto nonostante l’andamento negativo del credito alle famiglie nel suo complesso, che nel 2020 è stato fortemente condizionato dall’emergenza pandemica e dalle restrizioni fisiche imposte con i lockdown, fattori che incoraggiano in genere i consumatori ad avere un atteggiamento prudente e a posticipare molti impegni di spesa in momenti più favorevoli
Segnali positivi per il comparto arrivano anche dall’importo medio richiesto che si è attestato a 133.577 euro, in crescita del 2% rispetto all’anno precedente, quando si era fermato a 130.976 euro. Nel complesso, l’importo dei mutui richiesti negli ultimi anni è costantemente cresciuto, facendo segnare il picco degli ultimi 10 anni.
Mutui: le previsioni per il 2021
Sulla base di dell'analisi di Crif e Sda Bocconi, in assenza di ulteriori shock, che potrebbero essere causati da una terza ondata di contagi, per il 2021 ci si aspetta un progressivo recupero delle richieste di mutui, con una variazione positiva tra l’11% e il 26%, con un picco negativo del 5% in caso di scenario meno favorevole.
“Seppur con una partenza lenta, le previsioni per il 2021 vedono una crescita del ricorso al credito immobiliare da parte delle famiglie, favorita dall’auspicato miglioramento dello scenario economico e dalla crescente propensione a valutare l’acquisto di abitazioni più confortevoli in virtù delle nuove esigenze abitative emerse durante i periodi di restrizione che hanno obbligato gli italiani a restare in casa”, spiega Capecchi.
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