Affitti brevi: il Tar impone cedolare secca anche per Airbnb
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Una sentenza del Tar del Lazio impone alla piattaforma online di riscuotere la cedolare. Ma Airbnb annuncia ricorso al Consiglio di Stato.
Anche Airbnb dovrà riscuotere la cedolare secca del 21% prevista dalla Legge. A darne notizia è il Sole 24 Ore: una sentenza del Tar del Lazio, dopo una lunga battaglia legale, ha respinto le richieste di Airbnb che finora si era rifiutata di riscuotere la cedolare secca sulle locazioni brevi e comunicare all'Agenzia delle Entrate i nomi dei locatari e i relativi redditi.
Airbnb è il portale che mette in contatto persone in cerca di un alloggio per brevi periodi con persone che dispongono di uno spazio da affittare: è ormai una forte realtà in Italia dove conta oltre 214mila case e l’anno scorso ha fatto registrare 3,7 milioni di arrivi. Fino ad ora Airbnb si è rifiutata di raccogliere le imposte e di trasmettere i dati degli host all'Agenzia delle Entrate. Per la nota piattaforma telematica, infatti, questi adempimenti non spetterebbero a loro e farebbe emergere grossi problemi legati alla gestione dei dati e della privacy. Questo comportamento avrebbe anche causato un gettito inferiore delle tasse: Secondo lo Stato degli 83 milioni di gettito attesi già nel 2017 nella casse pubbliche ne sono entrati soltanto 19.
Nella sentenza (numero 2207/2019) i giudici amministrativi hanno stabilito che non c'è nessuna "disparità di trattamento o discriminazione" nei confronti di Airbnb e né una limitazione alla libertà di concorrenza. Né la piattaforma può addurre come motivo di diniego il fatto che sia costretta ad adempimenti che non gli possono spettare, visto che il portale già svolge, sia in Italia sia all'estero, attività simili a quelle che vengono contestate".
"Siamo delusi dal pronunciamento del Tar del Lazio e intendiamo fare ricorso presso il Consiglio di Stato, anche ai fini dell'eventuale interessamento della Corte di Giustizia Europea", ha annunciato subito Airbnb. Che sottolinea come il Tar abbia «inteso confermare nel merito l'orientamento già espresso in sede cautelare, non ravvisando differenze operative fra agenzie immobiliari con qualche decina di clienti e una piattaforma tecnologica con oltre 200 mila utenti, di cui solo una parte sarebbe assoggettabile alla normativa secondo criteri mai stabiliti dal legislatore".
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