Martedì, 25 Giugno 2019

Gli italiani vogliono cambiare casa: uno su due non è contento della propria abitazione

Secondo la ricerca condotta dalla Doxa i più insoddisfatti sono i giovani e le famiglie che abitano appartamenti.

Un italiano su due non è soddisfatto della casa in cui abita. Il dato arriva da un'indagine condotta dalla Doxa nell'ambito dell'Osservatorio Nazionale sugli italiani e la casa che ha preso in considerazione un campione di circa 7 mila famiglie. I risultati sono stati pubblicati su Repubblica.

I numeri parlano chiaro: dalla ricerca emerge che il 48% degli intervistati è "poco o parzialmente soddisfatto" dell'abitazione in cui vive. A essere insoddisfatto è il 64% dei locatari ma anche il 44% dei proprietari di casa. Chi sono gli italiani meno contenti della propria abitazione? Soprattutto i giovani, circa il 52% dei millennials, le famiglie con reddito netto mensile inferiore ai 2.000 euro (53%) e chi vive in appartamenti (53%). Più bassa, invece, la soglia di chi abita in ville o case indipendenti (43%).

A rendere insoddisfatti gli italiani sono in particolare gli aspetti strutturali degli edifici in cui vivono: per esempio l'aspetto esteriore, la dimensione, la distribuzione degli spazi interni e qualità dei materiali. Come era prevedibile, la quota di italiani insoddisfatti è altissima (oltre il 50%) tra quelli che abitano in immobili più vecchi (costruiti prima del 1990) mentre cala vistosamente al 18% tra quelli che vivono in edifici nuovi, costruiti dopo il 2015.

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Il nuovo capo distretto, Roberto De Francesco: "Conquistiamo Salento e Basilicata"

L’amore per la propria famiglia da un lato, la totale dedizione a Iconacasa dall’altro. Roberto De Francesco ha coronato il suo percorso professionale con la nomina a capo distretto proprio nel primo grande evento nazionale. Un traguardo? Sì, ma anche un nuovo punto di partenza, perché Roberto ha già nel mirino i suoi nuovi obiettivi: il Salento e la Basilicata.

Da Area Manager a Capo distretto nella magica serata della Convention, cosa hai provato?
“È stata senza dubbio un’escalation di emozioni. Ricevere la nomina da Capo Distretto durante un evento così importante è molto gratificate, un onore. Una cosa del genere ti da quello ‘slancio’ di cui ognuno di noi ha bisogno per poter progredire”.

Cosa cambierà adesso? Ma soprattutto, quali sono i tuoi obiettivi per il futuro?
“Non cambierà molto, rimarrò quello di sempre, con lo stesso sguardo rivolto al futuro e alla crescita aziendale. Sicuramente cambierà il luogo in cui vivrò con la mia famiglia dato che ora il mio focus, in linea con il piano industriale, è rivolto al sud della Puglia e fortunatamente il supporto della mia famiglia continuerà ad essere sempre forte. Per me è molto importante, mi ritengo fortunato. Nei miei obiettivi professionali c’è la crescita professionale delle Persone che mi circondano ora e di chi ci sarà in futuro: insieme dobbiamo far conoscere Iconacasa a tutti, sarebbe troppo egoistico tenerla tutta per noi. Detto così potrebbe sembrare qualcosa di astratto, ma ti posso assicurare che gli obiettivi sono molto concreti, nulla succede per caso, ma tutto avviene con magia”. 

"Cambierà il luogo in cui vivrò, dato che ora il mio focus è rivolto al sud della Puglia, ma fortunatamente il supporto della mia famiglia continuerà ad essere sempre forte. Mi ritengo fortunato"

A proposito di futuro, è appena nato l’ufficio di Lecce: tra gli obiettivi c’è la conquista del Salento?
“Sì, siamo finalmente anche a Lecce con l’ufficio di Mazzini grazie al supporto di Guido Fiore, persona di grande esperienza e pilastro fondamentale per la buona riuscita del progetto. Ovviamente tra i miei obiettivi c’è la conquista di tutto il Salento ma non solo: insieme al mio attuale socio e amico Omar Usalla siamo alla ricerca di un bel locale che a brevissimo ospiterà il primo punto vendita della Basilicata: Matera sarà tra qualche mese operativa guidata da Alessandro Sgaramella. Tornando alla Puglia, insieme a Giuseppe Spartano abbiamo in mente un’apertura, la bellissima Ostuni!”.

Facciamo un passo indietro. Raccontaci chi eri e come sei entrato in Iconacasa
“Più che essere entrato mi sento di essere in Iconacasa da sempre. Grazie al coraggio della presidenza decisi di sposare sin da subito questo bellissimo progetto che non aveva ancora un nome, l’unica certezza è che si voleva creare qualcosa di unico. Io potevo contare sulla fiducia reciproca in Giancarlo Quassia, Nicola Amoruso e Daniele Amoruso che già conoscevo come amici e come professionisti di grande valore. Fu così che il mio contributo iniziò con il punto vendita di Bitetto, una delle quattro prime agenzie Iconacasa. Subito dopo l’arrivo in città con l’agenzia di Bari Carrassi Alta che oggi è affidata alle mani esperte della responsabile Pakita”.  

Perché un potenziale imprenditore dovrebbe affiliarsi a Iconacasa? Spiegalo in 3 motivi.
“Qualsiasi imprenditore che si riconosca nei nostri valori dovrebbe affiliarsi, proprio perché in Iconacasa troverà un metodo vincente per aumentare il proprio fatturato, dei servizi di altissimo livello per sé stesso e per i suoi clienti ed un ambiente familiare, stimolante e competitivo. In Iconacasa sei a casa”.

 In fatto di agenzie hai ormai una grande esperienza, cosa non deve mancare assolutamente in ufficio?
“Sicuramente una squadra entusiasta e felice di fare ciò che fa, una buona agenzia immobiliare deve essere ben strutturata per poter garantire ai propri clienti un ottimo servizio. Non a caso la nostra mission è ‘Mille giovani sì’ e vede loro come protagonisti. Credo comunque che questo sia il segreto di ogni attività, non solo delle agenzie immobiliari”.

"Un metodo vincente per aumentare il proprio fatturato, dei servizi di altissimo livello per sé stesso e per i suoi clienti ed un ambiente familiare, stimolante e competitivo. In Iconacasa sei a casa”

Chi è Roberto de Francesco fuori dall’ambito lavorativo? Quali sono le tue passioni?
“Sono marito e genitore, insieme a mia moglie Anna Rita, di due splendide creature del quale sono profondamente innamorato, Daniele e Aurora. Tengo molto a loro tre e loro tengono molto a me. Credo nella famiglia e nei suoi valori. Credo nel rispetto, nella buona educazione e alla parola data, do peso alle promesse. Mi piace la buona cucina, mi affascina la tecnologia e l’innovazione in genere. Non sono uno sportivo nato, non seguo il calcio, ma sono appassionato di attività o sport estremi, adrenalinici. Sono Innamorato della vita, della mia famiglia e del lavoro che svolgo e con chi lo svolgo”.

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