Venerdì, 19 Luglio 2019

Catasto, aumentano gli immobili: in Italia sono oltre 75 milioni

L'osservatorio del mercato immobiliare dell’Agenzia delle Entrate ha pubblicato i dati del 2018: la rendita è di circa 37 miliardi.

Cresce sempre di più il numero di immobili italiani. A fare un calcolo degli edifici censiti nelle banche dati del Catasto italiano è l'Osservatorio del mercato immobiliare dell’Agenzia delle Entrate che ha pubblicato i dati relativi al 2018. Il rapporto è stato pubblicato sul quotidiano economico Il Sole 24 Ore.

Secondo il rapporto gli immobili censiti sono 75,5 milioni, di cui 65 milioni nelle categorie ordinarie e speciali, con una rendita attribuita pari a 37,4 miliardi. Oltre 60milioni di unità sono di proprietà delle persone fisiche, per una rendita complessiva di 22,8 miliardi, il 61% del totale. L’aumento dello stock è pari allo 0,6%, circa 400mila unità in più rispetto al 2017, mentre l'incremento della rendita è in linea con l'anno precedente (+0,5% rispetto a +0,4% del 2017).

Aumentano anche nel 2018 le cosiddette “unità collabenti”, vale a dire gli immobili ridotti in ruderi a causa del loro accentuato livello di degrado. Lo segnala Confedilizia: "Nel 2018, il numero di questi immobili, inquadrati nella categoria catastale F2, è cresciuto del 5,3% rispetto al 2017. Ma il dato più eclatante – sottolinea l’associazione – è quello che mette a confronto il periodo pre e post Imu: rispetto al 2011, gli immobili ridotti alla condizione di ruderi sono raddoppiati, passando da 278.121 a 548.148 (+ 97%)".

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Tassi d'interesse al minimo storico: comprare casa con un mutuo non è mai stato così conveniente

Secondo il rapporto mensile dell'Abi il tasso medio per acquisto di abitazioni è risultato pari a 1,78%, mai così basso.

Comprare casa con i mutuo non è mai stato così conveniente. Secondo l'ultimo rapporto dell'Associazione Bancaria Italiana, infatti, nel mese di Giugno si sono toccati i nuovi minimi storici per i tassi di interesse sulle nuove operazioni di finanziamento. Un mese quindi da record, in cui il costo del denaro si è spinto giù oltre ogni aspettativa.

Nel dettaglio, il tasso medio per acquisto di abitazioni è risultato pari a 1,78% (1,85% a maggio 2019, 1,79% luglio 2018). Mentre il tasso medio sulle nuove operazioni di finanziamento alle imprese è risultato pari a 1,36% (1,43% il mese precedente, 1,42 marzo 2019). Il tasso medio sul totale dei prestiti è pari al 2,57% (2,58% il mese precedente e 6,18% prima della crisi, a fine 2007).

Sostanzialmente stabili a giugno i prestiti a famiglie e imprese che sono saliti dell'1% a fronte dell'1,1% del mese precedente e sono pari a 1.296 miliardi di euro. Sulla base degli ultimi dati relativi a maggio 2019, si conferma la crescita del mercato dei mutui, saliti del 2,6% su base annua (come ad aprile). Prosegue, anche se si lima, il calo dei prestiti alle imprese che è pari a -0,2% (-0,6% nel mese precedente) che continua a scontare una domanda di finanziamenti debole.

La discesa dei tassi è dovuta a diversi fattori: per esempio il calo dell’Eurirs che il 27 giugno è sceso a 0,66% (era 1,09% il 15 aprile) mentre l’Euribor a 1 mese ha interrotto la sua immobilità da agosto 2016 (-0,37%) e lo stesso giorno ha segnato -0,39%. L’atteggiamento delle banche è quindi quello di assecondare la discesa dei tassi e questo ha portato i migliori tassi fissi dei 20 anni tra l’1% e l’1,3%. Sui mutui a 30 anni si resta abbondantemente sotto il 2%. 

Se si confronta il costo dei mutui attuali con quello di inizio anno, rileviamo una media di 30 punti base di differenza: tradotto per una famiglia, significa che su un finanziamento di 130.000 euro a 20 anni si risparmiano circa 25 euro al mese, 300 euro l’anno. Ma non è tutto, perché la Bce ha annunciato che entro la fine dell’anno ridurrà il tasso sui depositi di 10 punti base: tradotto in cifre, la rata di un mutuo di 130.000 euro dovrebbe scendere, a seconda della durata residua, tra i 7 e i 10 euro. 

 

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