Mercoledì, 16 Gennaio 2019

EDILIZIA A BASE DI CANAPA

In campo edilizio, materiali e tecniche post–industriali potrebbero essere abbandonati in favore di prodotti alternativi compatibili con l’ambiente, come quelli derivati dalla pianta di canapa. Si tratta di una coltivazione sostenibile dal punto di vista ambientale perché ha una crescita rapida ed abbondante; essendo una pianta infestante, per crescere non necessita di irrigazione, erbicidi e pesticidi, né di antiparassitari e non avendo proteine al suo interno non è attaccata da roditori o altri insetti. La canapa ha anche un’azione fertilizzante e fitodepuratrice: è capace di bonificare e risanare le aree inquinate dalle industrie chimiche. 

La pianta di canapa è costituita da una parte fibrosa esterna e da una parte legnosa interna, il cosiddetto canapulo. La fibra è molto resistente a sforzi di trazione e al logorio, mentre il canapulo ha un’elevata capacità di assorbire i liquidi ed è ricco di silicio, componente a cui deve le sue ottime proprietà isolanti. La canapa contiene inoltre cellulosa, da cui si possono produrre bioplastiche riciclabili ed ecologiche, da utilizzare in sostituzione dei derivati del petrolio. Dai suoi semi si ricavano olii per produzioni agroalimentari, cosmetiche, di detergenti ecologici, vernici e smalti non tossici e soprattutto biocombustibili.

Industria cartaria dalla canapa si ottiene una carta forte e resistente a strappi e lacerazioni, non è attaccata da muffe e insetti, resiste al calore e alla luce. A differenza delle cartiere tradizionali non richiede l’utilizzo di acidi ed è più facile da delignificare per la minor presenza di lignina. Ma soprattutto la canapa ha una crescita 3/4 volte superiore a quella degli alberi ed il suo utilizzo potrebbe contrastare il fenomeno dell’abbattimento delle foreste primarie.

Industria tessile La canapa è traspirante e resistente, protegge sia dal caldo che dal freddo e non richiede l’elevatissima quantità di pesticidi che occorrono invece nella coltivazione del cotone.

È un materiale ecosostenibile biocompatibile, riciclabile, rinnovabile e compostabile da cui si ottengono fiocchi, feltri, materassini, pannellature, mattoni, vernici, smalti, colle, biocompositi e tessuti per il rinforzo strutturale. 

Si tratta di un materiale leggero, traspirante, resistente a miffe ed insetti, resistente al fuoco ed ha potere isolante sia termico che acustico, ha un potere igroscopico (regolatore naturale di umidità). Si può sostituire negli imballaggi come ad esempio il polistirolo e derivati del petrolio. Attraverso un processo di polimerizzazione senza rilascio di monomeri liberi, si ottengono bioplastiche degradabili e non inquinanti, colle, resine, vernici, completamente prive di formaldeide, sostanza nociva alla salute. Si tratta di un campo innovativo in cui i prodotti che ne derivano e gli utilizzi che se ne fanno sono ancora in via di sperimentazione, anche se i risultati sono già soddisfacenti.

La canapa viene impiegata per la creazione di pannelli da inserire nelle murature, soffitti, pavimenti, controsoffitti, divisori per interni proprio per le sue capacità isolanti. I pannelli si ottengono riducendo in trucioli i fusti della pianta, legati con poliestere (un derivato del petrolio) ma anche con amido di patate o colle naturali. Poi vengono compattati ad alte temperature e sottoposti a forti pressioni. Le fibre della canapa spesso si trovano mescolate con altre fibre naturali, come il kenaf, perché la loro presenza in commercio è ancora scarsa. I pannelli che si ottengono dalla canapa sono chiamati CAF, pannelli di fibra vegetale compressa, variabili per densità e spessore. Quelli di media densità si utilizzano per pannellature e mobili, quelli ad alta densità hanno anche funzione strutturale. La loro installazione è facile e veloce, con poche emissioni di polvere e senza provocare dermatiti da contatto e pruriti. I pannelli di canapa possono essere riciclati o riutilizzati se privi però di poliestere e con basso dosaggio di ignifughi, altrimenti devono essere smaltiti in discariche speciali.

lteriori prodotti a base di canapa sono i biocompositi, ad esempio quello costituito da canapa e cemento, il cosiddetto "calcestruzzo isolante", più leggero del cemento tradizionale. Oppure la miscela di canapa e calce, un isolante naturale da utilizzare per intonacature interne ed esterne.

Ultimamente la fibra di canapa viene lavorata per produrre tessuti da utilizzare nei consolidamenti statici. E’ questa una novità nel campo del rinforzo strutturale, infatti fino ad ora esistevano le fibre di carbonio, di vetro, di acciaio; ad esse ora si affiancano le fibre di canapa, di lino, di basalto. La biofibra di canapa ha buone proprietà meccaniche, una notevole resistenza a sforzi, tensioni e deformazioni, tanto da poter essere usata per rinforzare murature, archi, volte e tutte quelle parti strutturali soggette a fenomeni fessurativi e lesionativi, anche in edifici danneggiati da sismi o incendi.

E’ stato addirittura ideato e brevettato un intero sistema edilizio a base di prodotti derivati dalla canapa per la ricostruzione in Abruzzo. Gli edifici realizzati in tempi brevi sono antisismici, isolati dal punto di vista termoacustico, biocompatibili ed a costi competitivi.

La pianta della Cannabis sativa è stata coltivata in Italia fino agli anni ‘40 del Novecento, dopodiché è stata abbandonata perché non è entrata a far parte dei processi produttivi industriali come altre piante, ad esempio il cotone. A ciò si aggiungono le normative italiane che ne vietano la coltivazione se posseggono valori di THC superiori allo 0,02%. Diversa è la tendenza in Europa che a partire dagli anni ’90 fornisce incentivi per la coltivazione e diffusione di questa pianta dalle numerose proprietà che speriamo vengano presto riconosciute anche nel nostro Paese.

 

tratto da https://www.architetturaecosostenibile.it/materiali/isolanti/pianta-canapa-utilizzi-edilizia-pannelli-isolanti-altri-prodotti-443/

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Isolamenti acustici

Poniamo il caso che vogliate isolare le vostre pareti, magari perchè avete dei vicini molto rumorosi e non trovate pace, o magari perchè avete la passione per la musica ma siete continuamente ripresi dai vicini che al contrario non amano che la quiete della loro casa venga disturbata continuamente, l'isolamento delle pareti sembra poter essere una soluzione dunque a questo proposito vediamo i materiali fono assorbenti ed anche le normative da rispettare.

Innanzitutto specifichiamo che per isolare intendiamo in realtà "attutire e disperdere" dunque verrà applicato un Materiale Fonoassorbente, questa precisazione perchè esistono anche i Materiali Fonoisolanti, che hanno una diversa funzione, ovvero oltre a non far passare il suono lo riflettono ed il suo potere di riflessione dell’energia acustica è molto superiore alla media.

Utilizzo di fonoassorbenti e fonoisolanti

Utilizzeremo dei materiali fonoassorbenti per controllare le riflessioni del suono all’interno della sala, per aumentare la qualità e/o l’intelligibilità di ascolto e il comfort acustico In questo caso si parla di trattamento acustico. Utilizzeremo una combinazione di materiali fonoassorbenti e fonoisolanti per limitare la trasmissione del suono di una parete o di una sala (dall’interno all’esterno e viceversa). In questo caso si parla di isolamento acustico. Il solo utilizzo di materiali fonoassorbenti non garantisce un isolamento efficace, e d’altra parte in una sala isolata acusticamente avremo una energia acustica legata alle riflessioni molto maggiore rispetto ad una sala non isolata. Questo provoca un aumento dei potenziali problemi acustici e quindi una sala isolata acusticamente richiede un trattamento acustico adeguato.

VEDIAMO DUNQUE QUALI MATERIALI SONO FONOASSORBENTI E LE LORO CARATTERISTICHE.

Esistono in commercio tante tipologie di isolanti acustici classificati in: porosi, acustici, vibranti, misti;

MATERIALI POROSI

I materiali porosi, presentano una superficie costituita da microcavità, all'interno delle quali si diffondono le onde sonore. Il suono si dissolve grazie alla dispersione del calore generato dall’attrito dell’onda sonora con la superficie porosa. Il tipo di isolamento dipende dalla lunghezza d'onda che deve essere proporzionata alla dimensione delle cavità; dal rapporto tra il volume del materiale e il volume delle cavità; dallo spessore.

MATERIALI ACUSTICI

Questo tipo di materiale fonoassorbente non è altro che una cavità o spazio, che comunica con l'esterno attraverso un foro. Lo spessore del foro rappresenta il collo del risuonatore. Questi risuonatori erano utilizzati in passato nei teatri greci e romani all’interno della pavimentazione per creare una perfetta cassa di risonanza. I materiali acustici funzionano in questo modo: l'onda sonora penetra nella cavità e vi resta intrappolata creando così l’insonorizzazione richiesta.

MATERIALI VIBRANTI

Sono dei pannelli insonorizzanti rigidi installati ad una certa distanza dalla parete. Funzionano così: l'onda sonora mette in movimento la superficie del pannello e l'aria presente tra il pannello e la parete non fa altro che attutire i rumori rendendo l’ambiente interno silenzioso.

MATERIALI MISTI

Questi sistemi sono costituiti da diversi materiali isolanti acustici. Non sono altro che pannelli di materiali diversi, sulla cui superficie vengono praticati dei fori. Adattando le dimensioni dei fori, la superficie ed il tipo del materiale, il montaggio, è possibile creare un isolamento acustico specifico per ogni esigenza.

QUALI SONO I MIGLIORI E QUANTO COSTANO?

Schiuma melamminica. Sono i tipi pannelli insonorizzanti di forma piramidale che rivestono le pareti delle sale di registrazione. Questo materiale risponde bene alle alte e medie frequenze, ma la sua efficienza dipende da vari fattori come spessore, densità e posizionamento. Il costo per pannelli da 1200x600 mm si aggira intorno ai 10 euro l’uno.

Lana di roccia o lana di vetro. Questo materiale, invece, trova largo impiego nell’edilizia non solo come isolante acustico, ma anche come isolante termico. La sua efficacia dipende da diversi fattori. I materiali migliori hanno capacità di assorbimento a partire da 150hz circa. Per un rotolo da 6 mq il costo è di circa 30 euro.

 

ISOLAMENTO ACUSTICO: NORMATIVA DI RIFERIMENTO

Vi stupirete del fatto che molto spesso i materiali che permettono il raggiungimento di più obiettivi.
Innanzitutto ci è utile sapere che il suono si propaga tramite onde che attraversano lo spessore dei pacchetti costruttivi.

I rumori possono quindi entrare nei nostri ambienti attraverso più strade:

 

  • Pareti esterne per quanto riguarda traffico e rumori di strada
  • Pareti interne per i coinquilini e gli inquilini di altri appartamenti
  • Solai soprastanti in particolar modo per il calpestio e lo spostamento di sedie o altro
  • Solai sottostanti per le voci degli inquilini al piano sotto di noi

 

Come già detto i materiali di isolamento acustico si dividono in due categorie:

  1. Materiali fonoisolanti
  2. Materiali fonoassorbenti

I materiali fonoisolanti normalmente servono per proteggerci dai rumori esterni poiché hanno la capacità di riflettere le onde sonore in virtù della loro elevata massa. Esempi celebri sono:

Piombo; Acciaio; Alluminio; Plastica ad alta densità; 

I materiali fonoassorbenti, invece, isolano in quanto assorbono il suono smorzandolo e quindi attutendolo. Questo lo vedremo bene in seguito con maggior attenzione.
Per avere un quadro normativo al quale fare riferimento citiamo i seguenti testi:

Legge 447 del 1995

  • DPCM del 5 dicembre del 1997

Tali norme forniscono dei range coi quali confrontarsi nel caso vogliamo valutare se un rumore è sopra o sotto la soglia di ammissibilità. Pertanto, volendo valutare se il rumore degli scarichi provenienti dagli inquilini dei piani superiore è eccessivamente molesto, non dovrete che misurarne l’intensità in decibel e fare il raffronto con le tabelle da normativa.

Riportiamo alcuni esempi per capire:

La rumorosità degli impianti tecnologici deve essere inferiore ai 35 db per funzionamenti discontinui
La rumorosità degli impianti tecnologici deve essere inferiore ai 25 db per funzionamenti continui
Il rumore derivante dal calpestio dei solai non residenziali non può superare i 53 db

ED ORA FINALMENTE PICCOLI SUGGERIMENTI PER REPERIRE MATERIALI FONOASSORBENTI PER UN ISOLAMENTO FAI DA TE.

Se volete procedere all'isolamento di camera vostra, potreste agire anche in autonomia. Infatti non è cosa difficile reperire presso un qualunque rivenditore edile dei pannelli di lana di roccia e posizionarli per esempio sulla parete che si affaccia sulla strada. Vi proteggerete in questo modo dal rumoroso traffico e diminuirete i riverberi interni.
Il consiglio è quello di servirvi di materiali ad alta densità. Isolano di più e sono più facilmente maneggiabili. Potrete poi finire tutto con una lastra di cartongesso e avrete fatto un ottimo lavoro.

PREZZI DI RIFERIMENTO

Un’ultima indicazione di utilità. Quanto si può spendere per isolare una parete? Ebbene, immaginiamo che la procedura sopra descritta preveda i seguenti passaggi:

- Posizionamento e fissaggio con tasselli dei pannelli di lana di roccia;

- Posizionamento dei pannelli in cartongesso previa installazione di opportune guide; 

- Rasatura a gesso;

  • - Imbiancatura. 

Per la parte dell’isolamento potete riscontrare nel mercato confezioni di pannelli sufficienti a coprire 5 metri quadrati con spessori sui 6 cm a circa 40-55 euro a confezione. Per la parte del cartongesso dobbiamo dire che trattasi di un’operazione meno semplice da realizzare col fai da te. Mediamente, un imbianchino può offrirvi pertanto il lavoro finito a 35-50 euro a metro quadrato.

 

tratto da https://www.masacoustics.it/concetti-base-sui-materiali-acustici-fonoassorbenti-e-fonoisolanti/ https://www.pgcasa.it/articoli/pavimenti-e-rivestimenti/materiali-fonoassorbenti-quali-i-migliori-per-isolare-una-stanza__7613 http://ristrutturaconmade.it/materiali-fonoassorbenti/

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Cos’è "The Truffle"?

Si tratta di un pezzo di natura costruito con la terra, pieno d'aria. Si tratta di una realizzazione che si fonde con il territorio rispettando le sue leggi. Attraverso un processo di posa di calcestruzzo e terra su balle di fieno c’è stato uno scambio di proprietà.

La terra ha fornito al calcestruzzo la sua consistenza e il colore, la sua forma e la sua essenza, e il cemento ha dato alla terra la sua forza e la sua struttura interna. Non si tratta di una massa amorfa con le proprietà di una pietra. Con alcuni tagli attraverso dei macchinari di cava la struttura è stata aperta e successivamente svuotata dal fieno con un processo altrettanto naturale, arrivò il vitellino Paulina, e si godette i 50 metri cubi del cibo più buono, da cui fu nutrita per un anno fino a quando lasciò il suo habitat, già da adulto e del peso di 300 chili. Aveva mangiato il volume interno, e lo spazio era apparso per la prima volta, ripristinando le condizioni architettoniche del tartufo dopo essere stato a lungo un rifugio per l'animale e la massa vegetale.

Il risultato una volta svuotato, tra arredi e migliorie con un letto, un piccolo bagno e addirittura un camino, è uno splendido bungalow con un soffitto che evoca il mare, la cui cornice si affaccia sublimamente sull’Oceano Atlantico.

Questo splendido progetto è stato realizzato dagli architetti Antón García-Abril e Débora Mesa  dallo studio di architettura Ensamble di Madrid, sulla scogliera della Costa da Morte, in Galizia.

 

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tratto da https://www.archdaily.com/57367/the-truffle-ensamble-estudio https://www.huffingtonpost.it/2014/04/07/the-truffle-camera-scavata-roccia-vista-oceano_n_5105396.html

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The Monolithic Dome

Hanno una forma arrotondata, si costruiscono in poco tempo e sono robuste, parliamo di Monolithic Dome ovvero cupole monolitiche?

Cosa sono ed a cosa servono?

Sono super strutture! Costruite secondo un metodo che richiede un robusto e gonfiabile calcestruzzo Airform, rinforzato con acciaio e un isolante in poliuretano espanso. Ciascuno di questi ingredienti è usato in modo tecnologicamente specifico. 

Le nostre cupole possono essere progettate per adattarsi a qualsiasi esigenza architettonica: case, cabine, chiese, scuole, palestre, arene e stadi, depositi alla rinfusa, abitazioni di proprietari terrieri e varie altre strutture private o di proprietà pubblica.

Forniscono protezione quasi assoluta e hanno una comprovata capacità di sopravvivere a trombe d'aria, uragani, terremoti, disastri causati dall'uomo, incendi, termiti e marciume. Sono convenienti, ecologiche, estremamente resistenti e di facile manutenzione. 
Ancora più importante, una cupola monolitica consuma circa il 50% di energia in meno per il riscaldamento e il raffreddamento di un edificio di dimensioni simili, costruito in modo convenzionale.

A partire dal 1970, le cupole monolitiche sono state costruite e sono in uso praticamente in ogni stato americano e in Canada, Messico, Sud America, Europa, Asia, Africa e Australia. 
Le cupole monolitiche non sono limitate dal clima o dalla posizione del sito. In termini di consumo di energia, durata, resistenza ai disastri e manutenzione, le cupole monolitiche funzionano bene in qualsiasi clima, anche estremamente caldo o freddo. 
E possono essere costruiti praticamente su qualsiasi sito: in montagna, sulle spiagge, anche sottoterra o sott'acqua.

Tali strutture sono state ideate e sono state utilizzate in luoghi soggetti a disastri.

Tratto da https://www.monolithic.org/domes

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Tappeti: pulirli in maniera ecologica

I tappeti sono tra gli oggetti più amati e usati nella storia del design di tutti i tempi, ne esistono di tutti i tipi: colorati, persiani, orientali, da salotto, da bagno, da cucina o da camera, a pelo lungo, a pelo corto ed in rilievo... c'è l'imbarazzo della scelta!

Ma la domanda che ci poniamo è: Come pulire i tappeti?

Tutto l’anno, bisogna prendersi cura di loro da capo a piedi, qui vogliamo mostrarvi come pulirli in modo naturale durante le pulizie.

Assolutamente vietato usare elettrodomestici di qualsiasi sorta, come lavatrici, battipanni e aspirapolvere. I tappeti vanno puliti a mano usando la classica scopa di saggina, con fibre lunghe almeno venti centimetri. Ideale stendere sulla superficie del tappeto una miscela di acqua e aceto, e sfregare il tessuto con la scopa. E’ importante, dunque, togliere con costanza e amore la polvere che si annida sulla superficie del tappeto, ma è assolutamente vietato sbatterli fuori dalla finestra, perché così si guastano i nodi e si rovina la lana del vello, mentre è consigliato pulire con costanza il retro del tappeto, usando anche l’aspirapolvere. E’ consigliato, infine, operare una pulizia profonda del vello una volta ogni sei mesi, ed evitare di usare smacchiatori violenti per macchie ostinate: sempre bene servirsi in questi casi del classico borotalco.Per far tornare il tappeto pulito ma soprattutto per igienizzarlo basta preparare una miscela con
una tazza di borace, una tazza di bicarbonato; ½ tazza di amido di mais;10 gocce di olio essenziale di ginepro e 5 gocce di olio essenziale di cipresso;
Amalgamiamo tutti gli ingredienti in una ciotola e schiacciamo bene il composto con una forchetta affinché non si formino grumi. A questo punto spargiamo la miscela sul tappeto e lasciamola agire. La miscela deve agire per almeno 3-4 ore. Come diciamo sempre, meglio lasciarla tutta la notte e per rimuoverla è sufficiente passare l’aspirapolvere. Il borace è un cristallo morbido bianco che si dissolve facilmente nell’acqua. Di solito si acquista completamente disidratato. Viene utilizzato per creare detergenti, saponi e disinfettati perché ha proprietà antisettiche. Per far sì che i tappeti resistano al tempo e all’usura, ogni tanto devono essere lavati da capo a piedi. Questa miscela è sufficiente per un tappeto grande, ma se vi avanza, potete conservarla in un contenitore a chiusura ermetica ricordandovi di applicarvi l’etichetta adesiva. Ecco cosa serve: 
  • 2 tazze di bicarbonato
  • ½ tazza di sapone di Marsiglia grattugiato
  • 20 gocce di olio essenziale di lavanda
  • 8 gocce di olio essenziale di rosmarino
  • ½ tazza di aceto bianco
  • 2 tazze di acqua calda
Amalgamate in una ciotola di plastica il bicarbonato e il sapone di Marsiglia grattugiato o in scaglie. Aggiungete gli oli essenziali e mescolate bene rompendo eventuali pezzetti con i rebbi di una forchetta. Spargete la miscela sul tappeto. Quindi versate in un secchio l’acqua calda e l’aceto e immergetevi un panno o una spugna. Strizzatelo per eliminare l’acqua in eccesso e passatelo sul tappeto lavorando a sezioni. Aspettate che si asciughi (circa un’ora) e poi passate l’aspirapolvere. Un tappeto ha bisogno di essere pulito costantemente, soprattutto se avete bambini o animali domestici. Vediamo dunque alcune miscele per eliminare le macchie:
  • Per le macchie di piccola e media entità prendete una tazza e riempitela per un quarto di aceto bianco. Versate l’aceto in un erogatore spray e aggiungete una tazza di acqua calda. Andate quindi a inumidire la zona, sfregando bene. Attendete alcuni minuti e poi levate l’eccesso di prodotto con della carta assorbente
  • Per le macchie più profonde, dovete procedere in maniera differente.
  •  
  • In una ciotola non metallica mescolate 1/4 di tazza con del sale, 1/4 di tazza con la borace e 1/4 di tazza con l’aceto bianco. Dovreste ottenere una consistenza piuttosto cremosa. Strofinate la pasta fino a coprire completamente la macchia. Lasciate agire per 2-3 ore e poi levate l’eccesso con un panno.
  • Tutte le macchie sono diverse fra loro e ad ognuna va applicato un particolare rimedio per essere rimossa. Nel caso della cera è necessario porre della carta assorbente sopra la macchia passando il ferro da stiro: in questo modo il calore del ferro scioglierà nuovamente la cera e la carta la assorbirà rimuovendola completamente dal tappeto. Quando il più della cera sarà tolta basta rimuovere le rimanenze con un po’ di trielina.
  • Se, invece, sono caduti sul vostro tappeto accidentalmente della birra, del tè, del vino o è stato sporcato con cera per mobili o con mostarda è necessario agire immediatamente per evitare che il liquido venga assorbito dal tappeto: asciugate per bene l’area interessata (sempre con della carta assorbente) senza strofinare e poi tamponate con uno strofinaccio non troppo bagnato.
Le tarme nei tappeti rappresentano spesso un problema di difficile soluzione, specialmente nel caso in cui siano vicini dei mobili in legno.Come intervenire? Affinché le tarme restino lontane, almeno due volte, al mese occorre eliminare la polvere anche dal rovescio del tappeto con l’aspirapolvere si toglieranno sabbia, frammenti di fibre, terra e tutti gli altri residui che potrebbero essere penetrati.Un’abitudine errata, invece, è quella di sbattere i tappeti all’aperto, il rischio è quello di sciogliere i nodi, specialmente nella bordatura, e di conseguenza danneggiare la struttura del tappeto favorendo intrusioni esterne, come appunto quelle delle tarme. 
 
tratto da http://www.soluzionidicasa.com/come-pulire-i-tappeti/ 
  • Pubblicato in Salute
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Applicazione dell'Acciaio Corten

L’acciaio Corten è un materiale versatile dalle straordinarie proprietà strutturali ed estetiche. Ecco una panoramica approfondita su caratteristiche e campi d’applicazione.

L’acciaio corten, abbreviazione dei termini inglesi che definiscono le caratteristiche principali, CORrosion restistance (resistenza alla corrosione) e TENsile strength (resistenza a trazione),  è un materiale a basso contenuto di lega (in origine 0.2-0,5% di rame, 0,5-1,5% di cromo e 0,1-0,2% di fosforo) brevettato nel 1933 dall’azienda americana United States Steel Corporation (U.S.S.).

L’acciaio Cor-Ten venne inizialmente impiegato nel campo della meccanica, come rivestimento protettivo per carrozze-mercivagoni-cisterna e containers in particolare per il trasporto di carbone, mostrando durate sino a 4 volte superiori rispetto a quelli realizzati con normale acciaio al carbonio.

La prima importante applicazione come acciaio strutturale nell’edilizia risale al 1964 con la realizzazione del Centro Direzionale della John Deere and Co, in Illinois, su progetto dell’architetto Eero Saarinen.

Oggi il metallo è impiegato in vari campi come quello dell’edilizia, delle infrastrutture ma anche nel design e nella comunicazione.

La straordinaria proprietà dell’acciaio corten è la capacità di autoproteggersi dalla corrosione elettrochimica. Il metallo, infatti, durante il naturale processo di ossidazione rilascia una polvere di ossidi degli elementi in lega che patinano la superficie composta da uno strato esterno poroso e uno strato interno molto sottile e impermeabile, ricco di rame, cromo e fosforo.

Nelle normali condizioni ambientali, questo rivestimento si forma in circa 18-36 mesi e il suo colore varia da un arancio iniziale fino ad una tonalità bruno-rossastra, la tipica colorazione ruggine che conferisce al materiale un effetto non solo estetico ma protettivo. La superficie del materiale è opaca e piuttosto uniforme; generalmente le lastre vengono installate preossidate ma vi sono casi in cui gli elementi vengono montati quando lo stato di ossidazione è nella fase iniziale.

Il corten è definito un metallo vivo perché se la patina superficiale viene intaccata o scalfita, il processo di ossidazione riparte fino a costruire una nuova protezione. Tuttavia, la formazione passiva del film protettivo avviene in presenza delle seguenti condizioni:

cicli alternati asciutto/bagnato: il film di ossido protettivo del corten si forma con l’alternanza di bagnarsi ed asciugarsi continuamente;

  • contatto con l’atmosfera: per questo motivo si presta per costruzioni urbane esterne;

  • azione della luce solare;

  • assenza di ristagni permanenti con l’acqua;

  • non devono essere applicate sostanze (pitture, cere e vernici) prima della formazione e crescita del film di ossido protettivo passivante;

  • il corten non deve essere posto in vicinanza di cloruri (l’acqua del mare per esempio) perché impediscono la formazione della pellicola o possono favorire la corrosione;

     

    Esistono tre tipi di Corten che presentano differenti caratteristiche ed è quindi necessario scegliere il tipo di acciaio più idoneo alle esigenze progettuali:

  • Acciaio Corten di Tipo A o Corten al fosforo, adatto per applicazioni architettoniche;

  • Acciaio Corten di Tipo B o Corten al vanadio, adatto per applicazioni di tipo strutturale sottoposte a sollecitazioni;

  • Acciaio Corten di Tipo C, ha caratteristiche simili al Corten al vanadio, adatto per strutture fortemente sollecitate;

 

 

Vantaggi

L’acciaio cor-ten presenta molteplici vantaggi:

ha un costo minore rispetto ai normali acciai perché, a parità di resistenza meccanica, è possibile realizzare apprezzabili riduzioni di spessore e conseguenti diminuizioni di peso;

  • ha un’ottima resistenza strutturale e alla corrosione atmosferica che permette di utilizzare il corten anche allo stato originale. Il metallo non si rovina con il passare del tempo, ma al contrario ottiene quell’aspetto vissuto che attira architetti e designers;

  • manutenzione e pulizia minima perché il Corten non si spezza e non deperisce (tenendo in considerazione le condizioni necessarie per la formazione dell’ossidazione elencate sopra);

  • si presta a differenti lavorazioni come forgiaturacurvaturatrafilatura, taglio laser, saldaturarendendolo così straordinariamente versatile;

  • assoluta indeformabilità nel tempo;

  • lunga durata;

  • riciclabile al 100% perché è un materiale naturale;

Svantaggi

Quando l’acqua lava la superfice, l’acciaio rilascia ioni di ferro la cui precipitazione causa macchie rossastre sulle superfici adiacenti (colate di ruggine). E’ opportuno adottare soluzioni al fine di minimizzare le macchie, per esempio predisponendo delle canalette per la raccolta dell’acqua meteorica di dilavamento.

Il falso Corten

Grazie al suo aspetto elegante e “senza tempo”, l’acciaio corten sta riscuotendo molto successo tra architetti e committenti al punto che ne sono nate imitazioni e versioni fake. I processi utilizzati per riprodurre il colore del materiale sono:

 

  • Metallizzazione: si applica uno strato sottile di acciaio Cor-ten su superfici in acciaio al carbonio tradizionale. A prima vista sembra corten reale, ma la base in ferro comporta i rischi di un classico acciaio: ovvero il danneggiamento dello strato superficiale può provocare l’ossidazione del metallo sottostante con conseguente formazione di ruggine instabile e il probabile distacco della stessa

  • Verniciatura: vi sono diverse polveri verniciabili a forno che riproducono l’effetto ruggine. Dato che è uno strato artificiale, la superficie rimane uniforme e sempre uguale nel tempo

  • Ossidazione semplice: la ruggine che si forma sul tradizionale ferro ha lo stesso effetto estetico della patina del corten, però lo strato, nonostante le eventuali protezioni di vernici trasparenti, è destinato a rimuoversi dalla superficie causando i tipici effetti scrostati tipici del ferro

L’effetto corten è riprodotto anche dalle aziende di rivestimenti e pavimenti sul gres porcellanato:

Applicazioni

Il corten trova largo impiego in svariati settori come:

Edilizia (strutture portanti, pareti, infissi, recinzioni…)

  • Viabilità (infrastrutture, ponti stradali e ferroviari, attrezzature…)

  • Trasporti (autocarri, carrelli, macchine per la manutenzione…)

  • Stoccaggio (serbatoi, depositi…)

  • Architettura, ingegneria civile, arredo

 

Architettura

Il Corten è molto amato dagli architetti contemporanei per la particolare variazione cromatica e perché si combina bene con gli altri materiali: calcestruzzo, marmo, legno…

Oltre al sofisticato effetto estetico, i progettisti prediligono questa tipologia di acciaio anche per gli aspetti più tecnici: oltre alla resistenza agli agenti atmosferici, con il Corten è possibile ottenere notevoli riduzioni di spessore e conseguenti diminuizioni di peso, conferendo alla superficie degli edifici isolamento e durabilità. Inoltre, se verniciato, il corten riduce le periodiche operazioni di manutenzione.

Sono molto numerosi gli esempi di impiego del Corten in facciata, firmati dai più noti studi di architettura del mondo.

Interior Design

Il Corten si presta bene anche per applicazioni di interior design. In linea con lo stile industrial, di gran tendenza anche durante le edizioni del Salone Del Mobile Milano, sono stati proposti vari complementi d’arredo nell’acciaio patinato come tavoli, sedie, librerie che sia adattano perfettamente a contesti architettonici contemporanei e non solo.

Outdoor

Negli ultimi anni il Corten è una tendenza nel settore dell’outdoor sia inteso come arredo urbano che come spazi esterni privati. Designer e creativi hanno progettato intere collezioni composte da panchine, accessori, cestini porta rifiuti, fioriere, portabiciclette rispondendo così all’esigenza di caratterizzare le aree pubbliche e residenziali con soluzioni sia estetiche sia funzionali. 

Insegne e Targhe

La particolarità del corten è apprezzata anche nell’ambito della comunicazione e della pubblicità. Le insegne in Corten, infatti, sono molto richieste perché si integrano armonicamente con piccoli e grandi centri urbani.

 

tratto da http://www.actiongiromari.it/corten-caratteristiche-applicazioni/

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Caratteristiche della Bioarchitettura

La bioarchitettura è una disciplina che si occupa di realizzare case che permettono di mantenere in equilibrio la salute dell’ambiente e delle persone che vanno a viverci. Risponde quindi all’esigenza sempre più intensa delle persone di vivere in un ambiente sano e non come accadeva prima (e spesso tutt’oggi) a contatto con elementi dannosi.

La bioarchitettura è nata verso la fine degli anni ’70. I primi studi e le prime realizzazioni sono state fatte in Germania, un po’ per rispondere alla crisi energetica del 1973 che coinvolte tutto il mondo, un po’ per rispondere positivamente ai principi ecologici.

Inizialmente si basava sulle fonti alternative al petrolio per portare nelle abitazioni l’energia necessaria. Diversi esperti infatti presero in considerazione di portare energia alternativa nelle abitazioni, utilizzandone una alla portata di tutti, l’energia solare.

Andando avanti gli architetti che decisero di adottare questa visione ecologica del loro mestiere iniziarono a studiare per proporre sistemi sempre più naturali, senza dimenticare l’aspetto esteriore. Ecco che con la bioarchitettura è possibile combinare tre fattori:

  • Impatto estetico elevato
  • Grande rispetto ecologico
  • Migliore vivibilità

Importanti nella bioarchitettura aspetti come la protezione dalle precipitazioni atmosferiche, l’isolamento termico, la ventilazione, l’ombreggiamento, la deumidificazione. Lo scopo degli architetti è quello di usare nel modo migliore le risorse naturale, senza sfruttarle ma rimanendo sempre in sintonia con la natura.

Importantissima la scelta dei materiali. Devono rispettare alcuni criteri come: impatto ambientale basso, elevato rendimento e costi contenuti. Elementi dannosi sono stati man a mano sostituiti. Vernici, smalti, colle e pitture chimiche hanno lasciato spazio a vernici con pigmenti naturali, cera d’api etc.

Importantissimo però l’habitat. Quando si parla di bioarchitettura non possiamo ignorare l’attenzione che viene impiegata nella scelta del luogo adatto per la costruzione. Queste abitazioni non vengono realizzate sopra i corsi d’acqua sotterranei, vicino a cavi dell’alta tensione o dove ci sono elementi radioattivi nel terreno. Il bioarchitetto sa come valutare tutto questo ed esamina tutto con la massima attenzione.

Ci sono poi i mobili da tenere in considerazione. Molti di questi hanno rivestimenti tossici oppure vengono incollati con colle che contengono Formaldeide, sostanza molto dannosa. E’ utilizzata anche per costruire pannelli di truciolato, moquette e carta da parati. La formaldeide quando si libera nell’aria irrita occhi e tratto respiratorio, può portare anche alla polmonite e la bronchite. Può causare anche irritazione, dermatite e necrosi da coagulazione.

Come ultimo aspetto valutiamo i pavimenti della casa. Sono molto importanti nella bioarchitettura e nell’abitazione. Questo perché con lui abbiamo sempre un contatto fisico. Spesso il pavimento viene rivestito con il legno, naturale e caldo. Inoltre ha proprietà isolanti. Altre volte viene rivestito in cotto, molto bello da vedere. Le piastrelle di ceramica sono anch’esse valide, proprio perché bio-compatibili e funzionali. Sempre per il pavimento spesso viene scelto il tetrapac riciclato, più che altro per le zone di servizio. Molto resistente è facile da pulire e garantisce anche un buon isolamento termico.

 

tratto da https://www.informazioneambiente.it/bioarchitettura/

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Arredare le pareti con le piante

Siamo alle porte dell'estate andremo finalmente in vacanza ma Lo Stress da rientro dalle vacanze estive è in agguato: un senso di malessere e ansia per i doveri che ci aspettano toccano un po' tutti noi e non è semplice tornare alle normali attività.

Cosa fare quindi per combattere questi sintomi? 

Puoi combatterli con un rimedio efficace e naturale: la cura del tuo giardino e dell'orto, oppure in mancanza di spazi verdi, puoi crearne uno artificiale da inserire tra le pareti domestiche.

E' provato infatti che le difficoltà psicologiche dovute al rientro dalle vacanze, si possono attenuare praticando la "cura del verde".

Il contatto con le piante è terapeutico. Se abbiamo visto come le piante riducano l'inquinamento domestico, anche la cura dell’orto e del giardino riduce lo stress. Dedicarsi alla cura delle piante, secondo alcuni psicologi, può portare ad un benessere duraturo perché così facendo si impara ad instaurare un rapporto in pieno equilibrio tra la natura e noi stessi. 

Se non hai un ambiente esterno, prova a ritagliarti uno spazio nel balcone o in terrazza, sperimentando nuove coltivazioni oltre al fiore sul davanzale. Non è un caso se il terrazzo è visto come un ambiente dove poter “respirare” e rilassarsi con gli amici. Per un effetto immediato, in salotto per esempio, bastano pochi semplici elementi: acquista delle piante colorate per gli interni e goditi i benefici della cromoterapia, in salotto stanno molto bene per esempio le piante da fiore come l’azalea e il rododentro, con petali colorati dal potere rassicurante.

 
GIARDINO VERTICALE: ARREDARE LE PARETI CON LE PIANTE

Puoi provare anche con  il giardino verticale da interno, l'ultima tendenza della bioedilizia, si tratta in pratica di dedicare parte di una parete della casa ad uno spazio verde da arricchire con rigogliose piante a foglia verde.

E' l'ideale per coltivare piante in fiore o sempreverdi e inoltre puoi sbizzarirti con la creatività, aggiungendo elementi decorativi. Insomma la parete giardino, oltre ad essere fortemente decorativa, soddisfa l'esigenza di chi ama le piante ma non ha uno spazio esterno in cui farle crescere: un sicuro antistress se vuoi iniziare una nuova attività di giardinaggio al rientro dalle vacanze.

Il giardino verticale da interno è l'ultima tendenza della bioedilizia, si tratta in pratica di dedicare parte di una parete della casa ad uno spazio verde da arricchire con rigogliose piante a foglia verde. In questo filone si inseriscono tutta una serie di progetti che hanno portato il giardino sulle pareti esterne degli edifici (si pensi ad esempio al Bosco verticale di Boeri a Milano), ma anche all'interno degli spazi che vengono pensati in modo da mantenere il leitmotiv vegetale, le pareti assumono così nuove funzioni, divenendo un perfetto supporto per il tuo giardino verticale.

Questa tendenza si sposa con l'idea di arredare le proprie case arricchendole con piante, in modo da poter ritagliare anche in piena città una propria e personale oasi verde, concetto alla base anche dello stile di arredamento Urban Jungle. Negli ultimi tempi ciò che è biologico e sostenibile ha costituito una vera e propria tendenza. C'è più attenzione all'ambiente e, soprattutto, alla salubrità degli spazi in cui viviamo, in quest'ottica la casa si trova al primo posto e tante sono le modifiche che stiamo piano piano apportando per migliorare la qualità della nostra vita.

La parete giardino, oltre ad essere fortemente decorativa, soddisfa l'esigenza di chi ama le piante ma non ha uno spazio esterno in cui farle crescere.

Vediamo dunque qualche idea Fai Da Te per ricreare il tuo giardino verticale. 

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Tratto da  https://www.hellohome.it/piante-esterni/il-giardino-verticale-la-parete-verde-della-tua-casa

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Quale vaso per piante è più adatto al vostro stile?

Quale vaso scegliere? Le domande da porsi sono le seguenti:

Dove potrei posizionarla? Che atmosfera vorrei ottenere? Che stile sto sfruttando?

La giusta dimensione dei vasi è spesso determinata dalla posizione e dal tipo di pianta che andrete a posizionare.

I vasi e fioriere da interno hanno svariate forme, dimensioni e materiali, per abitazioni di stile e caratteristiche diverse. I designer si sono sbizzariti, trasformando questi complementi d'arredo in vere e proprie opere d'arte da posizionare in qualunque stanza. Abbiamo una vasta scelta nell'artigianato con la realizzazione di vasi attraverso una tecnica chiamata rotazionale con finitura a mano. Di contro troviamo però la proposta fatta tramite tessuti in poliestere che sembrano comodi versatili e che soprattutto non hanno bisogno di sottovaso; altre soluzioni sembrano fluttuanti ma in realtà sfruttano i nuovi materiali come il plexiglass, infatti poggiando i vasi su sostegni creati con materiali trasparenti si ottiene un meraviglioso effetto ottico e di design moderno. Alcune soluzioni però vogliono arredare ed arricchire il soffitto, a questo proposito possiamo trovare delle soluzioni fai da te che spaziano dai secchielli in alluminio ad i contenitori di design moderno, lampadine, contenitori a nostra scelta colorati e rivestiti oppure possiamo adattarci con il riciclo con delle bottiglie. 

Vi sottoponiamo in fine un'ultima soluzione che è il posizionamento a muro. A questo proposito guarda anche Arredare le pareti con le piante.

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tratto da https://www.designmag.it/foto/vasi-e-fioriere-da-interno_6943.html https://www.bestprato.com/vaso-grande-resina-talos.html https://designathome.it/vasi-design-per-piante-da-interno-urban-garden/ https://www.lavorincasa.it/cura-piante-grasse-in-casa-15827/ https://www.casapratica.it/piante-e-fiori/scelta-dei-vasi/modelli-vasi-da-interno.asp http://www.dettochiaramente.it/casa-sostenibile/rifiuti/vetro/bottiglie-di-vetro-idee-di-riciclaggio-creativo https://www.casapratica.org/piante/cura-bonsai/vasi-per-bonsai.asp 
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Sostenibilità energetica: arriva la vernice che raffredda le superfici

La risposta allo spreco energetico ed al cambiamento climatico

La novità arriva dritta dallo studio condotto dalla Columbia University e dell'Argonne National Laboratory, negli Stati Uniti.

L’edilizia di nuova generazione, si sa, guarda con interesse a soluzioni alternative, biocompatibili e sostenibili, soprattutto nell’ottica del risparmio energetico. Molte passate sperimentazioni sono ormai già all’ attivo come soluzioni consolidate: l’uso del canapulo (o legno di canapa) ricavato dallo stelo della pianta essiccata, per esempio, è ormai affermato per il suo elevato potere termico ed la perfetta capacità traspirante conferita dalla sua struttura molecolare ad alveare.

Dopo la la vernice termoelettrica (che trasforma la dispersione di calore in elettricità) la sperimentazione statunitense corre nella ricerca di materiali che possano “raffreddare” efficacemente le strutture. Una risposta al cambiamento climatico con il conseguente aumento delle temperature ed alle ormai ricorrenti ondate di calore anomalo.

La vernice che raffredda le superfici è una delle ultime tecnologie messe a punto.

La ricerca, pubblicata su Science, presenta un rivestimento polimerico PDRC esterno ad alte prestazioni con vuoti d'aria su microscala che funge da refrigeratore d'aria spontaneo e può essere fabbricato, tinto e applicato come vernice su tetti, edifici, serbatoi d'acqua, veicoli, persino veicoli spaziali. Il metodo può raffreddare una struttura anche di 6°C al di sotto delle temperature dell’ambiente senza utilizzare alcuna energia ed è basato sul metodo di raffreddamento ad alta intensità energetica è il raffreddamento radiativo passivo diurno (PDRC), un fenomeno in cui una superficie si raffredda spontaneamente riflettendo la luce solare e irradiando calore all'atmosfera più fredda.

"La natura offre molti modi per il riscaldamento e il raffreddamento, alcuni dei quali sono estremamente noti e ampiamente studiati e altri poco noti. Il raffreddamento radiativo, utilizzando il cielo come un dissipatore di calore, appartiene a quest'ultimo gruppo e il suo potenziale è stato stranamente trascurata dagli scienziati dei materiali fino a pochi anni fa ", ha dichiarato a phys.org il professore di fisica Claes-Göran Granqvist, un pioniere nel campo del raffreddamento radiativo, che tuttavia non è stato coinvolto nello studio. "La pubblicazione di Mandal et al. Sottolinea l'importanza del raffreddamento radiativo e rappresenta un'importante svolta dimostrando che i rivestimenti polimerici gerarchicamente porosi, che possono essere preparati a basso costo e convenientemente, forniscono un eccellente raffreddamento anche alla piena luce del sole."

Il vantaggio nell’utilizzo di questa tipologia di polimero va ricercato certamente nella riduzione del consumo energetico. I comuni metodi di raffreddamento come i condizionatori d'aria consumano quantità significative di energia (più del 10% del consumo energetico globale), richiedono un accesso immediato all'elettricità e sono fortemente dannosi per l’ambiente. Molti apparecchi richiedono infatti refrigeranti che riducono l'ozono con un forte impatto sull’ effetto serra.

"Ora è un momento critico per sviluppare soluzioni promettenti per l'umanità sostenibile", ha dichiarato Yang del team di studio, "quest'anno abbiamo assistito a ondate di calore e temperature da record in Nord America, Europa, Asia e Australia ed è essenziale trovare soluzioni per questa sfida climatica e siamo molto entusiasti di lavorare su questa nuova tecnologia che la affronta ".

 

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