Grattacieli italiani, a Milano i più alti: nel Bosco Verticale le metrature più costose

Secondo l'indagine di Abitare.co, il grattacielo residenziale più alto d'Italia è la Torre Solaria con i suoi 143 metri e ben 37 piani

I grattacieli stanno cambiando le skyline delle città più importanti del mondo. Negli ultimi anni sono nati numerosi progetti residenziali che hanno spinto sempre più in alto non solo le altezze ma anche in costi. E adesso anche in Italia cresce la voglia di "vivere in verticale" con una città che guarda più delle altre verso l'alto: Milano. 

Secondo uno studio di Abitare.co elaborato con i dati di Skycrapercenter.com, infatti, nel capoluogo lombardo troviamo l'edificio residenziale più alto d'Italia: la Torre Solaria, alta ben 143 metri con 37 piani. Da non confondere con l'edificio più alto in base alla sola struttura che è la Unicredit Tower, sempre a Milano, che supera i 230 metri. 

Proseguendo nella classifica dei grattacieli residenziali, al secondo posto troviamo la EuroSky di Roma ( 120 metri e 31 piani), il Grattacielo di Cesenatico (118 metri e 35 piani) al terzo e una delle due torri del Bosco Verticale di Milano (116 metri e 27 piani), appena nominato, tra l’altro, tra i 50 grattacieli più iconici degli ultimi 50 anni del Council on tall buildings and urban habitat (Ctbuh).

Ma quanto costa abitare in un grattacielo italiano? A fare la differenza è soprattutto il piano: tra il 1° e il 20°, per esempio può esserci una maggiorazione anche del 25% a favore dei piani più alti. Le Torri del Bosco Verticale a Milano sono in assoluto le più costose, da 12.300  a 16.500 euro al metro quadro; la Torre Solaria va da 9.200 a 16.200 euro al metro quadro; Torre Monforte da 9.500 a 11.500 euro al metro quadro. La più economica è la Torre Cantore di Genova (da 1.100 a 1.900 euro al metro quadro).

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Immobiliare, volano gli investimenti: +40% nel terzo trimestre 2019

I dati pubblicati da Cbre: il volume d'affari ha superato quota 7 miliardi nei primi nove mesi del 2019

Gli investimenti nel settore immobiliare italiano continuano a crescere. A fare un'analisi dei volumi d'affari del real estate tricolore è Cbre, società specializzata in servizi immobiliari commerciali e di investimento. 

Dallo studio emerge che gli investimenti immobiliari nel terzo trimestre 2019 si attestano a 2,20 miliardi di euro, contro i 1,68 dello stesso trimestre 2018, per un totale da inizio anno pari a 7,39 miliardi. La crescita certificata, quindi, ammonta a +40% rispetto ai primi nove mesi dell'anno precedente.

A trascinare tutto il comparto, ancora una volta, è il settore alberghiero che vale ben 2,56 miliardi di euro, un valore tre volte superiore a quello dello stesso periodo del 2018. La domanda è molto elevata ma l'offerta piuttosto limitata: secondo  Roma il numero di conversioni, tutte legate al segmento Luxury, è molto alto a causa della difficoltà di comprare alberghi già esistenti se non a prezzi eccessivamente elevati. Più difficile è invece pensare a riposizionamenti nei centri storici di Venezia e Firenze, data la difficoltà di ottenere licenze alberghiere. 

Molto positiva anche la performance del settore uffici con investimenti a quota 2,45 miliardi di euro: una crescita del 45% rispetto al terzo trimestre 2018. Milano mantiene la sua leadership sul mercato, con 30 operazioni per 1,5 miliardi investiti in totale. Ottima performance anche per Roma, con 709 milioni di investimenti.

Ottimo trimestre, il migliore degli ultimi tre anni, anche per il retail, che mostra un segnale di ripresa avvicinandosi ai volumi registrati nello stesso periodo del 2018 (1,8 miliardi di euro) e attestandosi a 1,7 miliardi di euro. In netto miglioramento la Logistica, con volumi di investimento pari a 463 milioni di euro.

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Un mutuo con tasso negativo: da sogno a realtà? C'è l'ok della Bundesbank

Dopo le ultime mosse della Bce, l'ipotesi sta prendendo sempre più piede anche in una delle più importanti banche dell'Eurozona.

Un mutuo per comprare casa a tassi negativi? Adesso anche la rigida Germania dice sì. Quello che qualche anno fa sembrava impossibile adesso sta infatti diventando un'opportunità realizzabile. A darne notizia è il Corriere della Sera che in un articolo focalizza l'attenzione su l'intervista rilasciata al quotidiano Stuttgarter Zeitung da Joachim Wuermeling, membro del consiglio della Bundesbank.

Dopo cinque anni di tassi di interesse sotto lo zero nell’Eurozona, l'ulteriore discesa di questi mesi spinta dalle nuove misure lanciate dalla Bce di Mario Draghi, l'ipotesi sta prendendo sempre più piede anche in una delle più importanti banche centrali dell'eurozona. Si tratta, in poche parole, di accendere un mutuo ma alla fine restituire meno di quanto la banca ha dato in prestito.

L'esperimento, in realtà, è già partito nella vicina Danimarca dove ad agosto la Jyske Bank ha reso noto il lancio di mutui a dieci anni a tasso fisso negativo (-0,5%). Pur rappresentando un "non-senso" dal punto di vista finanziario, potrebbe dare nuovo vigore al mercato immobiliare e incentivare le compravendite sul territorio nazionale. 

Ma, come si legge sempre sul Corriere della Sera, l’applicazione di tassi negativi potrebbe rappresentare un rischio concreto per le banche, dal momento che il margine di interesse costituisce per esse una delle principali voci di ricavo. Allo stesso tempo, però, tale soluzione potrebbe essere conveniente per gli istituti di credito: applicare tassi di questo tipo potrebbe rivelarsi una scelta lungimirante, in alternativa al pagamento di tassi più alti per investimenti di maggiore rischio. 

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