Immobiliare, nel 2019 record di investimenti: 12 miliardi di euro contro i 4 del 2010

Secondo l'analisi di Cushman & Wakefield per Il Sole 24 Ore adesso è maggioritaria la quota di capitali esteri col 75% degli investimenti.

Come sono cambiati gli investimenti nel settore immobiliare negli ultimi 10 anni? Cushman & Wakefield ha cercato di dare una risposta a questo quesito per Il Sole 24 Ore: dal report è emerso un quadro del real estate tricolore profondamente diverso rispetto al 2010 in cui l'unico dato a non mutare è il segno "più" degli investimenti nel mondo immobiliare, in continua ascesa.

Nel decennio 2010-2019, infatti, c’è stato un incremento medio dei volumi impegnati nell'immobiliare di circa l’11,5% all'anno: i capitali investiti in Italia sono infatti passati dai 4,1 miliardi di euro di 10 anni fa ai 12 miliardi fatti registrare nel 2019, "un vero e proprio record, superiore del 5% a quello del 2017 e del 43% a quello dei 2018" si legge su Il Sole 24 Ore.

Ma a cambiare non sono stati solo i volumi ma anche le fonti degli investimenti. Sempre secondo Cushman & Wakefield, tra il 2010 e il 2019 la situazione si è letteralmente capovolta: se prima era maggioritaria la quota di investitori italiani (il 76% 10 anni fa) adesso sono gli investitori internazionali a fare la parte dei giganti con il 75% dei capitali investiti: "a partire dal 2014, in particolare, il capitale estero è stato sempre superiore al 60% con punte di oltre il 70% nel 2017 e 2018" si legge sul quotidiano economico.

Il totale investito nel decennio è stato pari a circa 68 miliardi di euro contro i 50 miliardi del decennio 2000–2009 con un incremento di oltre il 35%. Gli investimenti nel settore uffici hanno accumulato un incremento del 19% (26,8 miliardi nel periodo 2010-2019 contro 22 mld del decennio precedente) come anche quelli del settore retail (seppure su volumi molto minori (volumi cresciuti da 15,4 a 18,3 miliardi)

 
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Qualità della vita 2019, ecco dove si vive meglio: in testa si conferma Milano

La classifica de Il Sole 24 Ore premia il capoluogo lombardo: sul podio Bolzano, Trento e Aosta. Male le province del sud.

Milano ancora al top. Il capoluogo lombardo non solo continua a essere cuore pulsante del mercato immobiliare, ma si conferma anche come città dove si vive meglio in Italia: è questo il risultato di Qualità della vita 2019 la speciale classifica de Il Sole 24 Ore, giunta alla trentesima edizione, che analizza il tasso di benessere nelle città italiane.

Lo studio, quest'anno in versione ampliata, mette sotto i riflettori ben 90 indicatori divisi in sei macro aree tematiche che indagano altrettante componenti dello star bene. Le classifiche di tappa sono: "Ricchezza e consumi", "Affari e lavoro", "Ambiente e servizi", "Demografia e società", "Giustizia e sicurezza", "Cultura e tempo libero".

Dallo studio emergono tante conferme e alcune alcune sorprese. In testa, come anticipato, c'è Milano che conquista la vetta per il secondo anno consecutivo grazie soprattutto agli indicatori di "Affari e lavoro", "Ricchezza e consumi" e "Cultura e tempo libero". Dietro il capoluogo lombardo ci sono le piccole località dell’arco alpino che fin dalle prime edizioni hanno popolato i vertici della classifica: Bolzano, Trento e Aosta

A completare la top ten troviamo anche Trieste (5ª) e Treviso (8ª), Monza che sale di 17 posizioni fino alla sesta, Verona che ne guadagna sette e infine Venezia e Parma che salgono rispettivamente di 25 e 19 piazzamenti. Male, invece, alcune province del Mezzogiorno: in particolare Caltanissetta, che occupa l'ultimo posto per la quarta volta da quando esistono le rilevazioni, preceduta da Foggia (105 ) e Crotone (106).

Prestazioni positive, invece, di tutte le province delle grandi città da nord a sud: Roma, diciottesima, sale di tre posizioni rispetto alla classifica dello scorso anno. Napoli, pur essendo nella metà inferiore della classifica generale (81°), sale di 13 posizioni. Sulla stessa linea le performance di Cagliari, che fa un balzo di 24 posizioni (20°), Genova sale di 11 gradini (45°), Firenze di sette (15°) e Torino è 33esima (+ 5 sul 2018). Infine, Bari mette a segno un incremento di 10 posizioni, raggiungendo il 67° posto. 

 

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