Giovedì, 27 Giugno 2019

Il frigorifero è l'elettrodomestico che consuma di più: lo stand-by vale l’8% della bolletta

ABenergie ha stilato una classifica degli apparecchi che pesano di più sulla bolletta: sul podio lavastoviglie e illuminazione.

Lo stand by di apparecchi ed elettrodomestici che abbiamo in casa "brucia" l'8% della nostra bolletta dell'energia. L'interessante dato arriva da un’indagine condotta da ABenergie, produttore e fornitore italiano di energia elettrica rinnovabile e gas naturale che ha cercato di stimarne i consumi medi annui di energia nelle case degli italiani.

Lo studio ha analizzato i consumi di mille famiglie-tipo di 4 persone prendendo in considerazione i valori medi di utilizzo per elettrodomestico su classi energetiche medie.  

L'elettrodomestico che consuma di più, almeno secondo questa analisi, è il frigorifero che pesa sulla bolletta per il 21% con circa 566 kw/h. Al secondo posto la lavastoviglie (15% con 400 kw/h) e illuminazione (10%, "solo" 277 kw/h). E proprio lo stand by si piazza subito dopo il podio, al quinto posto con 220 kw/h alle spalle della televisione.

Altri apparecchi notoriamente più energivori come per esempio ferro da stiro e forno, restano nelle parti basse di questa speciale classifica, rispettivamente all'ottavo e al nono posto a causa del loro minor utilizzo. Lontani dal podio anche i nostri fidati dispositivi (Pc e tablet) che consumano circa 159 kw/h e il router che da inattivo cosuma 61 kw/h mentre da attivo addirittura meno (59 kw/h). 

Sempre ABenergie ha quindi conteggiato che sarebbe possibile ottenere un risparmio di energia pari fino al 18% dei consumi semplicemente facendo attenzione al modo in cui si utilizzano gli elettrodomestici. 

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Mercato alberghiero, fatturato in crescita: le Olimpiadi possono portare 13 miliardi di investimenti

Dall'Hospitality Forum 2019 di Milano ottime notizie per il settore che nel 2018 ha toccato quota 3 miliardi di euro di fatturato.

Il turismo trascina il settore alberghiero e il mercato del settore sta conoscendo un vero e proprio "boom". E con l’assegnazione delle prossime Olimpiadi invernali del 2026 la crescita non potrà che rafforzarsi e continuare nei prossimi anni. Questo, in breve, quanto è emerso dall'Hospitality Forum 2019 – Alberghi da vivere e da vedere”, organizzato a Milano da Scenari Immobiliari in collaborazione con Castello Sgr.

Nel 2018 il mercato immobiliare alberghiero italiano ha toccato quota tre miliardi di euro con un incremento del +9% rispetto all’anno precedente: "È aumentata la propensione per l’investimento nel settore da parte di investitori istituzionali - si legge nella nota di Scenari Immobiliari - sempre più propensi a includere nei propri portafogli l’asset class alberghiero". I segnali per l'anno in corso sono sempre positivi: si prevede un ulteriore aumento del fatturato che dovrebbe raggiungere un ammontare complessivo di 3,4 miliardi di euro.

Un'ulteriore spinta potranno darle le prossime Olimpiadi invernali del 2026 assegnate a Milano-Cortina: una grande opportunità per l'Italia ma anche, e soprattutto, una possibilità di ulteriore crescita per il settore turistico e alberghiero e per tutto l'indotto. Tanto che il presidente di Scenari Immobiliari, Mario Brescia, è arrivato a definirlo "un Expo al quadrato". Si possono prevedere investimenti immobiliari per oltre 13 miliardi di euro nei prossimi dieci anni.

L'anno è stato molto positivo anche a livello europeo: il capitale movimentato ha superato i 24 miliardi di euro con un incremento del +3,9% rispetto al 2017 "considerando anche le importanti acquisizioni di gruppi e società con sottostante asset che hanno contraddistinto il comparto" si legge sempre nella nota di Scenari Immobiliari. 

“Il mercato italiano della ricettività – ha commentato Clara Garibello, Direttore di Ricerca di Scenari Immobiliari – è fucina di proposte legate a specificità del territorio, paesaggio, arte, storicità del luogo, gastronomia, design. È la conferma che il percorso di narrazione tra albergo, luogo e immobile è di particolare unicità, in sintonia con le richieste della domanda. L’inserimento di offerte ricettive di alta qualità, come appartamenti di lusso, oppure all’interno di castelli o dimore storiche, oltre a dare un connotato di riservatezza enfatizza l’esclusività del soggiorno”.

“La crescita del mercato alberghiero italiano – ha dichiarato Giampiero Schiavo, Amministratore Delegato di Castello Sgr – è davvero una notizia molto positiva non solo per gli operatori ma anche per l’indotto che il settore turistico crea in termini occupazionali e per l’economia nazionale. E’ quindi una grande soddisfazione, da primario operatore quale Castello SGR è, poter contribuire ad incrementare e migliorare la naturale attrattività che il nostro Paese ha presso il pubblico di investitori italiani e internazionali. I dati presentati oggi sono di stimolo ulteriore per tutti noi operatori al fine di aumentare il dinamismo di questo segmento di mercato con l’obiettivo di migliorare ulteriormente l’offerta turistica italiana”.

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Un'estate al mare: le case più care sono in Campania. Nella top 10 Toscana e Liguria

Immobiliare.it ha stilato la classifica delle località marittime più care d'Italia: in testa l'arcipelago campano e la Riviera di Levante.

L'estate è arrivata ed è tempo di vacanze: chi può permetterselo pensa quindi a godersi le meritate ferie in una casa o villa al mare. Ma quali sono le località dove le sistemazioni estive sono più care? A fare una classifica è una recente analisi del portale Immobiliare.it che ha calcolato i prezzi medi richiesti da chi vende casa nelle località marittime. 

Ne è emersa una classifica dominata soprattutto dalla Campania che piazza ben tre località nella top10: al primo posto le isole dell'arcipelago con un prezzo medio al metro quadro di 6.269 euro, più alta del 234% rispetto alla media nazionale. Sempre sul podio, ma al terzo posto, c'è la costiera amalfitana (5.391 euro al metro quadro con una variazione rispetto alla media del 187%). La terza località campana è la costiera sorrentina che si piazza al nono posto.

Nella graduatoria spicca anche la Liguria: la Riviera di Levante è la seconda zona più cara d'Italia: per acquistare una casa la spesa media è di 5.908 euro al metro quadro, il 214% in più rispetto al costo medio di un immobile in Italia. Le Cinque Terre sono al quinto posto (4.603 euro al metro quadro) mentre la Riviera di Ponente è solo decima (3.888 euro al metro quadro)

Scorrendo la classifica troviamo anche la Toscana che piazza due località: la Versilia, al quarto posto con 4.983 euro al metro quadro, comunque il 165% più cara della media nazionale, e poi la maremma Grossetana, settimana con 4.069 euro al metro quadro. Chiudono la graduatoria l'arcipelago ponziano per il Lazio (al sesto posto con oltre 4.461 euro al metro quadro) e la Gallura per la Sardegna poco sopra i 4mila euro al metro quadro all'ottavo posto.

E per chi vuole una villa al mare ma non ha il portafoglio così "grande"? La soluzione si chiama Calabria: è la regione dove si concentrano le località marittime più economiche, con una media di 1.288 euro al metro quadro, quasi 5mila euro in meno rispetto alle rinomate isole campane.

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