Mercoledì, 30 Gennaio 2019

Siccità: online monitoraggio in tempo reale e previsioni gestite dall'Ibimet

E' finalmente online l'Osservatorio Siccità, il sistema integrato e open a supporto di decisori, autorità idriche, ricercatori, agricoltori e altri stakeholders.

L’Osservatorio, inaugurato nell'Aula Marconi del Cnr a Roma questa settimana, fornisce un servizio operativo per il monitoraggio della siccità, al secondo posto - dopo le alluvioni - tra i disastri che colpiscono le popolazioni. Questo sistema integra dati a terra e da satellite, fornendo un’informazione completa, aggiornata e personalizzabile per diversi utenti e favorendo il trasferimento del know-how della ricerca ad applicazioni operative. L'obiettivo del gruppo di ricerca è rendere questo progetto un laboratorio pronto a fornire informazioni scientifiche aggiornate e disponibili tramite WebGIS, Open Data e funzioni avanzate per rispondere alle richieste di informazioni tempestive di vari utenti.

Il sistema è stato realizzato da un team di ricercatori dell’Istituto di biometeorologia del Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr-Ibimet) in collaborazione con il Consorzio LaMMA, nel quadro dell’iniziativa Climate Services di Ibimet (https://climateservices.it).

La siccità - spiega in una nota il Cnr - è un fenomeno complesso e strisciante, le cui intensità ed estensione spaziale sono estremamente variabili. “Una delle principali sfide nella lotta alla siccità è ridurre il divario fra l’insorgere e lo svilupparsi di un periodo secco e la risposta nella gestione delle emergenze legate alla siccità”, afferma Ramona Magno ricercatrice del Cnr-Ibimet.

“Con tale obiettivo abbiamo sviluppato questo sistema di monitoraggio e previsione della siccità, per dare un supporto tecnico su base scientifica a diversi tipi di utenti. Fornire informazioni tempestive e affidabili ai decisori, ai gestori e agli utenti delle risorse idriche significa potenziare tanto le attività di monitoraggio e previsione, quanto la pianificazione di misure di mitigazione ed educazione della comunità”. Un aspetto fondamentale che ha guidato lo sviluppo del progetto di ricerca è l’approccio Open Innovation, fondato sui concetti di Open Data, Open Source e Open Access, caratteristica distintiva dell’Osservatorio insieme all’espandibilità, flessibilità e interoperabilità con altri servizi, pensati per rispondere al meglio ai bisogni dei vari utenti.

“Il servizio climatico sviluppato ad hoc a partire da un’infrastruttura di dati della ricerca di Istituto integra dati a terra e da satellite, utilizzando soluzioni Open Source e servizi standard interoperabili per i dati geografici, per produrre indici di vegetazione e di pioggia in grado di seguire l’occorrenza e l’evoluzione di un evento siccitoso”, continua Tiziana De Filippis del Cnr-Ibimet.

“Grazie all’infrastruttura di dati spaziali interoperabile realizzata per l’Osservatorio Siccità siamo in grado di migliorare la diffusione di un’informazione completa, aggiornata e personalizzabile per diversi utenti, favorendo così il trasferimento del know-how della ricerca ad applicazioni operative”. L’interfaccia WebGIS dell’infrastruttura permette di visualizzare su base geografica i dati relativi ai due tipi di indici utilizzati: indici diretti basati su dati meteo-climatici e indici indiretti basati sullo stato della vegetazione. Inoltre, attraverso servizi web avanzati (API REST) è possibile scaricare i dati elaborati dal sistema in diversi formati come GeoTIFF e AAIGrid.

“Affrontare in modo scientificamente informato ondate di calore e siccità è una componente fondamentale per sostenere la resilienza ambientale di un fenomeno che ha un impatto importante e crescenti ripercussioni tanto sui sistemi fisico, chimico e biologico quanto su aspetti socio-economici quali salute, agricoltura, ecosistemi naturali e turismo”, conclude Massimiliano Pasqui del Cnr-Ibimet.

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Immobiliare, Rossi: "Investimenti pubblici al palo"

L'intervento del Direttore Generale della Banca d’Italia Rossi

"In Italia il valore complessivo degli investimenti in costruzioni e della spesa per affitti e servizi di intermediazione immobiliare rappresenta in un anno quasi un quinto del PIL". A comunicare il dato è Salvatore Rossi, direttore generale di Bankitalia e presidente dell' Ivass, l'Istituto per la vigilanza sulle assicurazioni, nella conferenza d'apertura del convegno sul Real Estate organizzato a Milano da Assoimmobiliare e da Sda Bocconi e tenutosi oggi, 29 gennaio, all'interno del programma REInnovation Lab.

"In attività immobiliari - ha proseguito - è investito il 60 per cento del patrimonio complessivo delle famiglie. I prestiti alle famiglie per mutui immobiliari e quelli alle imprese del settore sono circa un terzo degli impieghi bancari totali. Basterebbero questi tre dati a testimoniare la rilevanza del mercato immobiliare in un’economia avanzata come quella italiana. Ma per convincersene conviene riflettere più a fondo sulla peculiarità concettuale degli immobili, che sono simultaneamente beni di consumo, in quanto fonte di servizi abitativi, e beni di investimento, ma sono anche la principale garanzia reale sui prestiti bancari, anche su quelli non volti a sostenere investimenti immobiliari, oltre che il più importante motivo per cui una famiglia s’indebita. Tutto ciò influenza l’economia per varie vie".

Ma la notizia forse più importante quella relativa agli investimenti pubblici nel residenziale, ormai stagnanti.

"L’economia italiana - ha spiegato Rossi - è stata colpita gravemente dalla crisi finanziaria globale e poi da quella europea cosiddetta dei debiti sovrani, perdendo cumulativamente dieci punti di PIL in sei anni: di questi, due sono da attribuire alle costruzioni. Il flusso annuo di investimenti in costruzioni si era ridotto nel 2013 di oltre un terzo rispetto al 2007, soprattutto per l’inaridirsi degli investimenti pubblici, compressi dall’ansia di riequilibrare il bilancio dello Stato. Da allora il settore immobiliare si è ripreso nel nostro paese, più per manutenzioni straordinarie di immobili già costruiti che per nuove costruzioni, con il contributo di incentivi fiscali alle ristrutturazioni e per l’esigenza di migliorare l’efficienza energetica delle abitazioni. Si consideri che il nostro stock residenziale risale per oltre metà a prima degli anni Settanta del secolo scorso, tra i più elevati indici di vecchiaia d’Europa- ha sentenziato - Gli investimenti pubblici sono rimasti al palo: l’anno scorso sono scesi al 2 per cento del PIL, uno dei livelli più bassi fra i paesi avanzati".

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