Smart home, così la domotica va in aiuto dei diversamente abili

Smart home, così la domotica va in aiuto dei diversamente abili

In una "casa intelligente" sono installati sistemi e apparecchiature in grado di svolgere funzioni parzialmente o totalmente autonome 

La "smart home" in aiuto dei diversamente abili. Non solo quindi case che funzionano "da sole", ma anche facilitazioni che sembrano banali per chi non ha problemi, ma che sono enormi per chi non è pienamente autonomo. Una delle frontiere della domotica è proprio quella di realizzare nuovi ausili per coloro che, a causa di malattie neurodegenerative o traumatiche, non hanno più il controllo volontario dei muscoli.

In una casa intelligente, opportunamente progettata e attrezzata, sono installati sistemi e apparecchiature in grado di svolgere funzioni parzialmente o totalmente autonome o programmate da remoto dall'utente, per esempio tramite smartphone, o "comandate" tramite assistente vocale.

Alzatapparelle motorizzati, per esempio, ma anche pinze per raccogliere i vestiti da mettere in lavatrice, asciugapersone per chi esce dalla doccia e non ha la mobilità delle braccia per usare un asciugamano, taglieri con un fermo che permette di tagliare anche a chi ha un braccio solo, apertura vocale delle porte e delle finestre e tanto altro. 

Un progetto all'avanguardia in questo senso è il “Training", finanziato dal Fondo Dopo di Noi e promosso da Reggio Emilia senza barriere (progetto di mandato del Comune di Reggio Emilia coordinato da Farmacie comunali riunite) in collaborazione con Asl Reggio Emilia e Unioni del Distretto e va ad aggiungersi ad altri 2 appartamenti per l'accoglienza e l'autonomia, “Esco” e “Cresco”.

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