Fuori Porta: in volo sulle Dolomiti Lucane, alla scoperta di Castelmezzano e Pietrapertosa

Fuori Porta: in volo sulle Dolomiti Lucane, alla scoperta di Castelmezzano e Pietrapertosa

All’uscita del tunnel scavato nella roccia, via d’accesso a piedi per il borgo in provincia di Potenza, manca letteralmente il fiato. I rumori si dissolvono ed esplode la quiete di fronte alle Dolomiti Lucane innevate. Castelmezzano appare come una cartolina, con un cielo terso che non ha bisogno di filtri. E al calar del sole la magia: le luci si accendono e le casette variopinte, aggrappate alle rupi, si trasformano, agli occhi del turista attonito, quasi in quelle di un presepe.

Ma non solo. Tra finestrelle e porticine si scorgono, sullo sfondo, l’Aquila reale e la Civetta, la Grande Madre, l’Incudine e la Bocca del Leone: le sculture dei massi di roccia arenaria plasmate, nel tempo, dagli agenti atmosferici.

Dal Sentiero delle Sette Pietre a quello dei Giganti diversi i percorsi, immersi nella natura selvaggia, da intraprendere in bici o semplicemente camminando. E, perché no, volando.

Vera attrazione del luogo è, infatti, il cosiddetto Volo dell’Angelo, un minuto e mezzo di pura adrenalina. Appesi (da soli o in coppia) a un cavo d’acciaio sospeso tra le vette, a un’altezza di circa 400 metri, si potrà raggiungere la vicina Pietrapertosa, comune più alto della Basilicata con un’altitudine media di 1088 metri sul livello del mare. Un sogno (ad occhi aperti per i più coraggiosi) a 120 km orari in bilico tra cielo e terra. 

Per rimettersi in sesto, una volta scesi, è doveroso gustare un piatto strangolapreti con ricotta e menta o di orecchiette al sugo con salsiccia. In attesa, si consiglia di sgranocchiare i peperoni cruschi, cioè essiccati e fritti fino a diventare croccanti, tipici in tutta la regione.

DA NON PERDERE

Con una gradinata stretta e ripida scavata nella roccia, sicuramente da non perdere a Castelmezzano sono i resti del fortilizio Normanno-Svevo. Ma non solo. Castelmezzano all’epoca delle Crociate è stata un’importante tappa per i cavalieri che si recavano in Terra Santa. È possibile riscontrarne le tracce sui simboli impressi sulla facciata dell’antica chiesa di Santa Maria dell’Olmo.

A Pietrapertosa, invece, vale la pena addentrarsi nell’Arabata (il nome deriva dagli arabi che hanno avuto il dominio sul territorio), il rione più antico del borgo, con piccole case di contadini di epoca medievale e stalle per gli animali, e salire fino al Castello da cui è possibile ammirare la Valle del Basento. Ancora, da non perdere, il Convento di San Francesco e la Chiesa di San Giacomo Maggiore.

CURIOSITÀ

  • Il borgo di Castelmezzano fu fondato nel X secolo d.C. da un popolo in fuga dalle invasioni saracene. Secondo la leggenda, fu un pastore di nome Paolino a scoprirlo tra i pascoli, protetto da rocce.

  • Arthur Frommer, fondatore delle guide turistiche americane, lo ha definito il “miglior posto al mondo da vedere tra quelli mai sentiti nominare”.

  • Stephen King, invece, cita Pietrapertosa nel romanzo “L’Istituto”. Lo scrittore statunitense fa diventare il borgo sede italiana di un’organizzazione governativa dedita allo sfruttamento della telepatia e telecinesi.

  • Il nome Pietrapertosa deriva da Petraperciata che significa “pietra forata”. Questa pietra è visibile ancora oggi. Si trova nel punto più alto del paese e presenta un foro, da parte a parte, altezza uomo.

 

Valeria De Simone

 

Ultima modifica ilGiovedì, 23 Febbraio 2023 11:40
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